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Migliore: "È emergenza umanitaria, l'Italia deve cambiare rotta"

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Migliore: "È emergenza umanitaria, l'Italia deve cambiare rotta", intervista di C. Vecchio, 31 ottobre 2019, la Repubblica

Onorevole Gennaro Migliore, Italia Viva, perché ha firmato l'appello per bloccare il memorandum con la Libia?
«Perché le condizioni rispetto all'accordo sancito dal governo Gentiloni nel 2017 sono mutate. Dal 4 aprile in Libia c'è una guerra. E in più si è scoperto che una parte di coloro che avevano sottoscritto il patto con l'Italia si sono rivelati in combutta con i trafficanti di uomini, come quel Bija, che ora è stato addirittura riconfermato ai vertici della Guardia costiera libica».

Cosa chiedete esattamente?
«La revisione radicale degli accordi e che si definisca un piano di evacuazione di tutte le persone detenute nei centri governativi».

Siete in tre renziani a firmare un documento che è in larga parte firmato da esponenti della sinistra. Rappresentate la linea ufficiale di Italia Viva?
«Sì, certo. Io, Davide Faraone e Massimo Ungaro eravamo a Lampedusa questa estate durante la guerra del governo gialloverde alla Sea Watch. Il nostro impegno dura nel tempo. La nostra preoccupazione è umanitaria. I campi vanno svuotati. E vanno previsti dei corridoi per salvare queste persone».

I migranti dove andrebbero portati?
«Ci sono varie opzioni possibili, indicate dalle Nazioni unite, tra cui i ricollocamenti nei Paesi vicini. Bisognerebbe inoltre continuare con i rimpatri volontari assistiti che fino ad oggi sono stati il risultato più significativo della presenza delle organizzazioni internazionali, Unhcr e Oim».

La risposta di Di Maio le è parsa convincente?
«È interlocutoria. Spero che possa evolvere positivamente nel senso da noi indicato, e che venga ripristinato un dispositivo di soccorso in mare europeo che comprenda quella che attualmente viene identificata senza alcun presupposto legale la zona Sar di competenza della Libia, e che tutto ciò sia coordinato con l'intervento umanitario delle Ong».

Ma intanto il memorandum è stato confermato. Le va bene lo stesso?
«Io penso che la maggioranza debba prendere in mano la situazione per cercare di arrivare alla soluzione. La mia ossessione riguarda la liberazione delle persone rinchiuse lì: questa adesso è la priorità. C'è un'emergenza umanitaria che va sanata. La Libia non rispetta la convenzione di Ginevra, e detiene i migranti illegalmente in veri e propri lager».

Anche Di Maio dice che il memorandum va modificato. Le sembrano parole credibili, considerata la statura degli interlocutori con cui poi bisognerà trattare?
«Il trattato va cambiato in profondità, con una forte discontinuità sui contenuti. Il ministro Di Maio lavori per svuotare i campi, altrimenti le sue parole sono vane».

Insisto, quella del ministro è una risposta sufficiente?
«Al di là di quale sia lo spessore degli interlocutori libici, è evidente che la capacità di ottenere dei risultati sarà determinata anche da quanto ci investirà politicamente l'Europa , che fino ad oggi è arrivata in Libia divisa senza mai mettere al primo posto la salvaguardia dell'integrità fisica dei migranti».