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Migliore: "C'è ancora spazio e tempo per il dialogo"

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Intervista di Giacomo Puletti, "il Dubbio", 16 gennaio 2021.

Per Iv la partita non è ancora finita, una ricomposizione è possibile e per Gennaro Migliore, deputato renziano, «è il momento di avere un atteggiamento collaborativo anche da parte di chi non ha in simpatia Iv o il suo leader».

Teme che alla fine Giuseppe Conte riuscirà a trovare i responsabili?
Penso che il problema sia semmai quello di far partire la terza maggioranza diversa con dei numeri raffazzonati, senza un'idea eli paese. Credo, al contrario, che ci siano ancora gli spazi per dialogare e costruire un patto di fine legislatura. Spero ci sia consapevolezza da parte di tutte le forze politiche coinvolte che la ricerca spasmodica dei responsabili sia un esercizio molto distante dai bisogni reali delle persone. Non bisogna arrivare fino a martedì, ma fino al 2023.

Eppure il Pd non ne vuole più sentir parlare. Saprete ricomporre?
Con il Pd c'è un rapporto di rispetto, siamo stati sempre collaborativi nelle commissioni e in Parlamento e stiamo ancora votando, e continueremo a farlo, i provvedimenti utili al paese. Non vorrei che qualcuno si facesse prendere troppo da una sorta di ubris: siamo di fronte a una situazione così complicata che ciascuno dovrebbe ragionare per il bene dell'Italia e invece parliamo ancora della scissione di un anno e mezza fa.

C'è chi dice che basterebbe cambiare il premier per non avere problemi di numeri, dato che un "governo Franceschini", ad esempio, avrebbe il vostro sostegno. È corretto?
Noi non ci facciamo ingolosire dai nomi, ma vogliamo discutere con serietà dei programmi Ci hanno chiamato irresponsabili perché chiedevamo più soldi per la sanità ma continueremo a farlo, per di più in questo momento storico. È il momento di costruire e di avere un atteggiamento collaborativo anche da parte di chi non ha in simpatia personale Italia Viva e il suo leader, perché ci sono cose più importanti dell'emotività.

Cosa chiedete, dunque?
Dobbiamo privilegiare un'accelerazione dell'attività di governo. Questo esecutivo ha avuto molti limiti ma noi abbiamo avuto il merito di aver sollevato il problema vero di un Recovery plan scritto male. Ora facciamo un passo in avanti e diamo un senso a una nuova idea di paese. Abbiamo fondati motivi per aver aperto questa crisi ma abbiamo anche fondati motivi per provare a uscire da essa.

Teme che alcuni dei responsabili possano arrivare direttamente da Italia Viva?
No, perché siamo nati come forza politica libera senza imposizioni e senza promettere nulla a nessuno. Chi si è unito a noi crede in una visione europea, antipopulista e riformista: condizioni che non sono cambiate. Ho molta fiducia nella compattezza del gruppo.

Come finirà questa crisi di governo?
Siamo in una situazione molto strana, ho vissuto altre crisi nel '98 e nel 2008, quando ero anche capogruppo in Aula di Rifondazione comunista. In quel caso i quattro martelliani volevano rompere a tutti i costi e andarono fino in fondo. Noi non vogliamo rompere, sono i partiti maggiori a volerlo fare.

Beh, però siete stati voi ad aprire la crisi...
Dipende da quando si fa iniziare la crisi. Io la faccio iniziare dal giorno in cui abbiamo proposto una discussione parlamentare sul Recovery, come chiedeva anche Zingaretti, e poi non se n'è fatto nulla. Era stato proposto un patto di maggioranza a novembre e dire che siamo stati noi ad aver rotto è poco preciso nella ricostruzione.

Se Conte otterrà una maggioranza senza di voi avete un piano B o andrete all'opposizione?
Abbiamo sempre detto la verità e continueremo a farlo: andremo all'opposizione.