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Migliore: "Boss contigui alla politica. Serve un nuovo riscatto"

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Intervista di Paolo Mainiero, "il Mattino", 25 febbraio 2022.

Gennaro Migliore, deputato di Italia Viva, guida in commissione Antimafia il comitato per lo scioglimento per infiltrazioni dei comuni. Sorpreso dalla scioglimento?
«La storia di Castellammare è quella di una realtà molto travagliata dove negli anni si sono verificati anche fatti tragici. Penso all'omicidio, nel 2009, del consigliere comunale del Pd Gino Tommasino. Una tragedia che si interseca con vicende di camorra in una città che non si mai emancipata dalla criminalità organizzata».

L'ex sindaco Antonio Pannullo. poi sfiduciato, denunciò «il flato della camorra sul collo»...
«Chi ha provato a mettersi contro un certo sistema di potere è stato osteggiato e emarginato. Sia Pannullo che Andrea De Martino denunciarono sia pubblicamente che ai magistrati le pressioni della camorra. Pannullo fu poi sfiduciato dal consiglio comunale».

Le inchieste Olimpo e Domino hanno squarciato il velo sulla invasività dei clan. La politica non ha i necessari anticorpi?
«Come dice il procuratore Melillo la realtà tra Castellammare e Torre Annunziata è una realtà in cui la camorra è molto forte. Già nel 2019 segnalai all'allora ministro dell'Interno Salvini quanto una parte della politica fosse contigua a certi ambienti criminali. Una serie di inchieste e di episodi hanno poi confermato quanto quelle segnalazioni fossero concrete. Insomma, li commissariamento non giunge come un fulmine a del sereno. La commissione d'accesso ha lavorato per sei mesi e il governo ha agito con prudenza e sobrietà».

A quali segnalazioni si riferisce?
«Ricordo le minacce subite da Andrea Di Martino, candidato a sindaco nel 2018. Intorno a lui c'era un clima intimidatorio, in alcune zone periferiche era impossibile fare campagna elettorale».

Lo scioglimento è la sconfitta della politica o anche della città?
«Penso che Castellammare non debba vivere lo scioglimento per infiltrazioni mafiose come un marchio ma come occasione di riscatto. La città è fatta per la stragrande maggioranza di persone perbene che possono e devono costruire un nuovo percorso. Certo, il percorso va accompagnato e insieme a Catello Vitiello saremo al fianco di chi si metterà al servizio della città».

C'è stato un abbassamento di tensione nella lotta alla camorra?
«L'emergenza camorra non è mai finita, né a Napoli né in provincia. In alcune città i clan sono più contigui alla politica e quello che emerge è che bisogna rafforzare la cultura antimafia. La camorra va fronteggiata colpo su colpo e in questo senso raccolgo e rilancio il monito di don Mimmo Battaglia. Ciascuno nel proprio campo deve fare li proprio dovere e il fatto che la camorra oggi sia interessata soprattutto ai processi finanziari non significa che sia meno pericolosa. Semmai, va alzata l'attenzione, a partire dalla gestione dei fondi del Pnrr, per evitare pericolose infiltrazioni».