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Marco Di Maio, Aeroporto di Forlì: "A Rimini sono fuori strada. Tutti possono guadagnare"

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L'intervento del parlamentare di Italia Viva, pubblicato dal "Corriere di Romagna", 16 giugno 2020.

«A Rimini sono fuori strada. Qui parliamo di imprenditori con imperi aziendali alle spalle e non credo che abbiamo fatto questo sforzo, questi investimenti, solo per riproporre una guerra dei cieli con la Riviera». Marco Di Maio, deputato forlivese di Italia Viva, mette subito sulla bilancia il peso dei nomi che stanno dietro al rilancio dell'aeroporto Ridolfi di Forlì: Giuseppe Silvestrini, il fondatore della catena Marco Polo che sta alla base dell'attuale impero Unieuro, ed Ettore Sansavini, presidente del Gruppo Villa Maria, una "multinazionale" della sanità privata da 680 milioni di euro di fatturato e quasi 8.800 persone tra 31 strutture ospedaliere in Italia e 12 cliniche all`estero.

«Tutto quello che si è fatto per Forlì - continua Di Maio -, si è fatto in accordo con la Regione. Mai nei colloqui con la gestione dello scalo forlivese è emersa la volontà di fare la guerra a Rimini. E mi viene da sorridere quando si parla di spreco di risorse pubbliche riferendosi a Vigili del fuoco e poliziotti, personale che se non dovesse lavorare più nell`aeroporto sarebbe comunque reimpiegato. A Rimini non comprendono una cosa: che avere un sistema aeroportuale romagnolo che lavora insieme può portare utili a tutti e all'intero territorio».

Insomma, niente guerra dei cieli. «Il peccato originale è che anni fa la Regione, con un'altra presidenza, non volle intervenire politicamente per unire. Oggi la situazione è completamente diversa. La Regione non è dentro nessuna delle società che sono formate unicamente da privati e che mi pare stiano investendo bene. Io vedo solo potenzialità e non rischi. Il bacino di riferimento non sarà solo la Romagna ma sarà più ampio. Ce n'è per tutti». E i timori di Rimini di farsi cannibalizzare? «In questi anni in cui Forlì non c`era non mi pare che Rimini sia esplosa - taglia corto Di Maio -. Fossi in loro non mi concentrerei nel far la guerra ad altri che non partono per far la guerra a loro».