Marco Cappa: "L’amministrazione Raggi è fallimentare: c’è bisogno di competenza"

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Intervista a Marco Cappa, La Politica del Popolo, 12 aprile 2020.

Mentre il dibattito europeo è animato dal tema Mes, in Italia lo stesso “sistema economico di stabilità” diviene oggetto di scontro politico, anche all’interno della maggioranza stessa. Contemporaneamente si cercano le giuste modalità per avviare la tanto discussa fase due dell’emergenza, cioè quella della riapertura delle attività produttive. Tutto sicuramente ruota attorno alla sicurezza dei lavoratori e alle norme da far rispettare anche alle varie aziende del territorio. Allora in un momento come questo cosa si potrebbe fare per “non restare con le mani in mano”, per sfruttare un piccolissimo lato positivo in una tragedia sanitaria mondiale come quella del Covid-19?

Già da settimane Italia Viva, attraverso Matteo Renzi stesso, ha proposto lo sblocco di fondi già designati alla manutenzione e al completamento di diverse opere pubbliche. Potrebbe essere questa una soluzione ideale per il Comune di Roma, ormai divenuto tristemente famoso a causa delle sue “numerose buche”, per apportare le doverose migliorie nel sistema stradale ma anche per realizzare molto altro? Di tutto questo ne abbiamo parlato con il Coordinatore di Italia Viva a Roma, Marco Cappa.

Dopo il ritiro di Bernie Sanders, Joe Biden sarà il candidato Presidente degli Stati Uniti. Biden cercherà di spodestare Donald Trump, un politico che per quello che riguarda la propaganda è sicuramente uno dei più abili. Tuttavia gli ultimi sondaggi vedono avanti l’ex Vicepresidente di circa 11 punti, che equivarrebbe a circa il 53% delle preferenze, contro il 47 percento del tycoon. Secondo lei, Biden riuscirà a difendere il vantaggio acquisito e a raggiungere la carica di Presidente degli USA?

Intanto grazie per questa occasione e per il vostro impegno nel creare un network di giovani appassionati di politica e giornalismo, ancor più lodevole di questi tempi. Tornando alla domanda: penso sia davvero un’ottima notizia che i democratici americani abbiano scelto Joe Biden dopo il ritiro di Bernie Sanders. Non è tempo di vedere i sondaggi, ancorché favorevoli. Ora è tempo di affrontare insieme il coronavirus. E’ tempo di competenza ed esperienza, questo vogliono gli elettori. E’ tempo di mettere fine al sovranismo, tanto in Europa quanto in America. E’ tempo di promuovere ricette globali di fronte a sfide internazionali. Con Trump alla Casa Bianca, pur riconoscendo fondamentali economici solidi, gli Stati Uniti hanno dismesso il ruolo di leader dell’Occidente, abbandonato il multilateralismo (che ci hanno insegnato loro decenni fa) e ridotto i margini di libero scambio.

Paradossalmente, l’emergenza epidemiologica può dare una scossa e rinsaldare l’alleanza atlantica, l’europeismo e i principi dello stato di diritto e del mondo libero. Biden, Trudeau, Macron, possono guidare un nuovo corso democratico e liberale globale a cui collegare i riformisti italiani, le forze in Gran Bretagna che si oppongono ai conservatori della Brexit (buona notizia, in proposito, che il Labour abbia un nuovo leader, Keir Starmer, dopo il disastro Corbyn), ecc.

Molti imputano a Joe Biden un’importante carenza di carisma e di leadership. Lei è d’accordo con questi pareri o invece vede in lui il profilo adatto per guidare l’America in un momento così delicato?

Io ritengo invece che sia un ottimo candidato e abbia fatto molto bene il Vicepresidente nell’Amministrazione di Barack Obama. Proprio Obama stima Biden, lo sostiene sin dall’inizio ed è stato decisivo nella sapiente regia per fargli ottenere la nomination, che verrà formalizzata alla Convention dem a Milwaukee, Wisconsin il 17 agosto.

Questo è il tempo e questo è il posto in cui l’America, con la scelta di questo leader, si è ricordata cosa vuol dire sperare e può – con le prossime elezioni presidenziali – ricostruire. Trump ha infatti rivelato, con giravolte e cambi di strategia, di non sapere bene come affrontare questa emergenza, mentre Biden ha già combattuto l’Ebola e sta lavorando a misure concrete sulla scorta di un’esperienza maturata sul campo. Poi, è evidente che intorno a lui si aggregherà una squadra di giovani leader che ha già dimostrato di saperci fare, tra gli altri: dal talentuoso Pete Buttigieg, alle senatrici Amy Klobuchar e Kamala Harris, ecc.

Nelle ultime ore il dibattito europeo è animato dal tema Mes. In Italia, soprattutto dopo l’Eurogruppo svoltosi nella giornata di ieri, si percepisce una certa negatività a riguardo. Dalle file del Movimento 5 Stelle, forza di maggioranza insieme al Partito Democratico e a voi di Italia Viva, è arrivata anche qualche provocazione riguardo la tenuta dell’attuale governo. Qualcuno infatti ha addirittura ipotizzato, qualora venga sposata proprio la “linea del Mes“, una proposta di sfiducia nei confronti del Ministro dell’Economia Gualtieri. Personalmente pensa si possa arrivare a tanto?

Non sono un economista, forse anche qui andrebbero sentiti gli esperti non chi blatera senza approfondire e abbaia alla luna. Ritengo, però, che quanto ottenuto dall’Europa in termini di supporto economico sia fondamentale: 100 miliardi con il Fondo SURE attivato dalla Commissione europea contro la disoccupazione; poi, allentamento delle norme sugli aiuti di stato e sui vincoli di bilancio; ancora, oltre 750 miliardi dalla Banca Centrale Europea per fermare le speculazioni e aiutare paesi come l’Italia a fermare lo spread; previsti 500 miliardi del Fondo MES senza alcuna condizionalità per le spese sanitarie dirette e indirette; infine, 200 miliardi di garanzie dalla Banca Europea per gli Investimenti destinati alle imprese.

Ora, resta solo da capire se ci saranno i Corona Bond o chiamateli come vi pare, per i quali forse occorrerebbe prevedere maggiori competenze europee sul fronte fiscale magari così fermando anche le azioni di dumping di paesi come l’Olanda e il Lussemburgo. Ma tutto ciò detto, a mio avviso, rappresenta una notevole potenza di fuoco messa in campo sinora, che potrà certamente migliorare, ma il bicchiere è più che mezzo pieno. Bisogna ringraziare altro che sfiduciare Gualtieri che è rispettato e capace di tessere relazioni in Europa con i suoi omologhi, a differenza di quanto accadeva con i gialloverdi che non hanno ottenuto nulla se non porte in faccia a Bruxelles.

Il quotidiano tedesco Die Welt ha scritto che la mafia italiana starebbe aspettando i soldi europei. Come giudica queste affermazioni?

Si giudicano da sole. Vergognose e riprovevoli. Certamente, non è la posizione dei leader e del popolo tedesco. Basta leggere l’ottima intervista al Corriere di qualche giorno fa dell’ex cancelliere Schröder che ha aperto a Eurobond, a soluzioni di solidarietà transnazionali e ha dichiarato “la Germania renda l’aiuto che ebbe”. Certo preferirei che il Ministro degli Esteri italiano che esercita pressione diplomatica di fronte a uscite di questo tipo da parte della stampa estera (lo aveva fatto anche con una testata francese settimane fa sul cruciale tema della pizza) si occupasse, invece, di rispondere ai rappresentanti del governo russo che hanno attaccato il giornalista italiano Jacopo Iacoboni – a cui va anche la mia solidarietà – per un suo articolo sulle ingerenze russe.

Secondo Carlo Calenda i soldi stanziati dall’attuale governo, nell’ordine dei 50 miliardi, non riusciranno a garantire 750miliardi di prestiti. Lei cosa ne pensa?

Penso che non sia il tempo delle polemiche. Occorre andare presto verso il superamento dell’emergenza epidemiologica altrimenti non ne usciremo né con 50 né con 200 miliardi. Ci sarà un tempo per assegnare i voti e verificare le responsabilità. Ora urge dare una mano, tutti, affinché ci siano soluzioni per chi è in difficoltà economica: meno burocrazia e pronta liquidità, nel frattempo si può e si deve lavorare ad altre misure economiche di sostegno.

Le misure di lockdown saranno probabilmente prolungate fino al 3 maggio. Non crede che sia giunto il momento di una graduale ripartenza?

Matteo Renzi lo ha detto per primo indicando un orizzonte a cui la politica può e deve guardare. Non basta ascoltare il bollettino delle 18. Alla scienza il compito di stabilire come combattere il virus, alla politica l’onere di indicare una strategia per non far chiudere le attività produttive: non basta il reddito di cittadinanza e la decrescita felice. Occorre tornare a produrre e a crescere – con tutte le cautele – ma è interesse di tutti, altrimenti siam perduti.

Negli scorsi giorni il Deputato Luciano Nobili aveva detto: “Dobbiamo imparare a convivere con il Coronavirus e far ripartire in sicurezza il Paese , non condannarlo alla catastrofe con il lockdown“. Secondo lei, ad oggi l’Italia è in grado di fornire tutte le misure di sicurezza alle aziende del territorio e quindi ai nostri lavoratori?

Ovviamente il mio amico Luciano ha perfettamente colto nel segno. Se si implementasse subito il contact tracing, si facessero i test a tutti, e ci si dotasse dei dispositivi medici di prevenzione, ritengo che le aziende capaci di garantire ciò abbiano tutte le condizioni per ripartire subito e in sicurezza con le attività, al pari dei competitor europei che non hanno mai chiuso.

Lei ricopre l’incarico di coordinatore di Italia Viva a Roma. Proprio nella capitale, a suo giudizio, si può ritenere soddisfacente la gestione dell’emergenza da parte della Sindaca Raggi, soprattutto per quanto riguarda la distribuzione dei fondi ai meno abbienti?

Ricopro da 2 mesi questo ruolo insieme alla mia collega Eleonora De Santis, perché in Italia Viva – tra le altre cose belle – gli incarichi apicali sono affidati a un uomo e a una donna. Ritengo che l’Amministrazione Raggi sia fallimentare sotto ogni punto di vista. Si erano candidati con la promessa di cambiare tutto e di garantire i servizi dell’ordinaria quotidianità ai romani, ma l’unica cosa che hanno cambiato sono stati gli assessori e i vertici di municipalizzate capaci di durare meno di una storia Instagram. La competenza è un valore, in politica come negli altri campi. Loro si sono dimostrati unfit, inadatti. Le tegole di questi giorni sui ritardi nella distribuzione dei fondi ai più fragili così come nelle ultime ore sulla gestione degli asili nido e delle scuole dell’infanzia capitoline sono solo le ultime dimostrazioni di inefficienza.

Proprio Roma è divenuta tristemente famosa per le tantissime buche sparse per le sue strade. Un periodo come questo dove, almeno sulla carta, pochissimi dovevano essere i cittadini in giro per le vie della Capitale, poteva essere adatto per impiegare una seria manutenzione del manto stradale? Lo stesso Renzi d’altronde aveva consigliato lo sblocco di diversi fondi da impiegare appunto in opere pubbliche…

Ma certamente sì. Lo ha giustamente sostenuto anche Maria Elena Boschi giorni fa. Siamo costretti a casa? Almeno usiamo questo tempo – garantendo ai lavoratori le massime condizioni di operare in sicurezza – per una sanificazione straordinaria, per la messa in sicurezza dell’edilizia scolastica, per interventi di rifacimento delle strade. Pensate che a Via IV Novembre sono finalmente partiti in questi giorni i lavori – dopo anni di pianificazione – per asfaltare la strada rimuovendo i sampietrini che versavano in condizioni di dissesto tale da essere scelto da alcune case motociclistiche come circuito per far testare gli ammortizzatori. Urge un piano shock come quello proposto da noi a livello nazionale anche per la messa in sicurezza delle strade e dei viadotti della Capitale: come Italia Viva Roma continueremo a batterci anche per questo.