Estratto dell'intervista di Lorenzo Salvia, "Corriere della Sera", 2 ottobre 2020.
«Il sistema tedesco ad aliquota continua, cioè che cresce al salire del reddito?». Sì, proprio quello che piace al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri: perché voi siete contrari? «Perché si basa su una ingiustificata ossessione per la progressività. E perché è poco trasparente». Luigi Marattin è presidente della Commissione finanze della Camera e responsabile economico di Italia Viva.
Ossessione per la progressività, in che senso?
«La scarsa progressività dell'Irpef è un falso mito. Oggi il nostro sistema fiscale è troppo progressivo proprio nei punti in cui non dovrebbe esserlo, e cioè sui redditi medio bassi. Un esempio?».
Magari aiuta.
«Guadagno 20 mila euro lordi, l'anno dopo mi va bene e salgo a 21 mila. Sapete quanto mi metto in tasca di più considerando la media delle aliquote marginali, cioè le tasse che pago davvero calcolando detrazioni e tutto?».
No, quanto?
«Solo 600 euro, gli altri 400 vanno allo Stato. E non lo dico io ma uno studio della Banca d'Italia. Il nostro sistema non è poco progressivo ma, più semplicemente, è un sistema che disincentiva a lavorare».
E la trasparenza invece?
«Altro problema serio. Il sistema fiscale è il cuore del contratto sociale, giusto? E noi vogliamo che, per sapere quante tasse pagare davvero, sia necessario mettere il proprio reddito dentro una app? Con la possibilità, magari, che un giorno il governo cambi la funzione di calcolo?».
Ma allora qual è la vostra controproposta?
«Azzerare il sistema e ripartire da capo. Prima di tutto con un reddito minimo esente di 8 mila euro, sul quale paghi tasse zero a prescindere dal reddito. Poi via tutte le agevolazioni fiscali, tranne quelle socialmente sensibili, come sanità, contributi previdenziali e mutuo prima casa. Ci vuole l'assegno unico per i figli, che assorbe per tutti gli strumenti di sostegno alla natalità. E poi tre sole aliquote».
Chi lo desidera può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.