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Marattin: "Sfide da Draghi: grandi identità o grandi partiti contendibili?"

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Estratto dell'intervento pubblicato da "il Foglio", 4 marzo 2021.     

Se vogliamo avere una bussola per orientarci nel processo di scomposizione e ricomposizione del quadro politico avviato col Governo Draghi, dobbiamo iniziare col rispondere ad una domanda: è possibile in Italia avere un grande partito pienamente contendibile? In cui le diverse impostazioni culturali convivano tranquillamente ma in cui i membri della comunità politica decidano quale di essa debba prevalere fino al prossimo congresso, per almeno quattro anni?

È una domanda rimasta senza risposta da un quarto di secolo, in entrambi i lati di quello che fu lo spettro politico esclusivo prima dell'affermazione del M5S. 

È molto tempo, dunque, che la composizione dell'offerta politica italiana post-Muro di Berlino ruota attorno stessa domanda: è possibile anche da noi, come accade soprattutto nelle democrazie anglosassoni, formare grandi partiti stabili e pienamente contendibili?

Non ci può essere consapevolezza di quanto questo interrogativo sia cruciale senza una presa di coscienza (definitiva, possibilmente) dell'esistenza in entrambi gli schieramenti di due approcci culturalmente molto diversi tra loro.

Le differenze culturali sono enormi, e lo sono sempre state. 

Il dibattito politico post-meteorite (= Draghi) dovrebbe secondo me partire da qui, se vuole mirare a qualcosa di più che determinare gli assetti di potere dentro questo o quel partito, o la promozione di questo o quel leader o aspirante tale. 

Chi lo desidera può leggere l'intervento completo a questo indirizzo.