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Marattin: "Pd e M5S si impuntano. Ma erano tasse da abolire"

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Intervista a Luigi Marattin di Maria Teresa Meli, Corriere della Sera, 7 dicembre 2019

Onorevole Marattin, il rinvio delle tasse sulla plastica e della sugar tax non è in realtà un compromesso un po` democristiano?
«È un compromesso. Noi volevamo l`abolizione. Ma altri partiti si sono impuntati per mantenerle. I governi di coalizione funzionano così, si devono fare compromessi. Noi avevamo un modello di Repubblica diverso (maggioritario a doppio turno e monocameralismo) ma è stato bocciato 3 anni fa dagli italiani. Chissà, magari un giorno si potrà tornare a parlare di come riformare il sistema».

Ma quali sono i partiti vostri alleati che, come dice lei, si sono «impuntati» per mantenere la sugar tax e la plastic tax?
«Movimento 5 Stelle, Partito democratico e Leu».

Dal Nazareno accusano Italia viva di preferire le multinazionali della plastica e delle bevande gassate ai lavoratori... È così?
«Aumentare la tassazione a chi fa impresa non punisce i "padroni" (magari raffigurati come opulenti nababbi), ma mette a rischio migliaia di posti di lavoro. Lo hanno ricordato anche gli stessi sindacati. Chi non lo capisce è affezionato a un'idea sovietica dell`economia».

Onorevole Marattin, è vero o no, come ha dichiarato alle agenzie di stampa il vice ministro Antonio Misiani, che lei voleva togliere 250 milioni al cuneo fiscale ?
«La riduzione del cuneo fiscale ammonterà a una ventina di euro al mese in più, tra l'altro probabilmente vanificati dall`aumento delle tasse locali, che purtroppo pare in corso. In un momento in cui occorreva recuperare risorse, ho proposto di far partire questa misura il 15 luglio anziché il 1° luglio. Ma mi hanno spiegato che ci sarebbero state oceaniche sollevazioni di piazza. Sollevazioni che però, stranamente, nessuno pronosticava per gli aumenti di prezzo che ci sarebbero a seguito di sugar tax e plastic tax».

Dicono anche che un partito no tax è l'equivalente di un tea party. Per la precisione lo dice il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano...
«Ognuno è libero di pensarla come vuole. Noi siamo convinti che il peso delle tasse in Italia sia eccessivo, e che la pressione fiscale debba scendere un gradino sotto la media Ue. Ne deriva che non ci debba essere nessun aumento di tasse su chi lavora e produce».

Italia viva dà l'impressione di voler rilanciare sempre con la tecnica del «più uno», ma non avete forse paura che alla fine, continuando a tirarla, la corda della maggioranza si spezzi?
«Fin dall`inizio siamo stati molto chiari sulla nostra linea no tax. Su tante cose abbiamo convinto i nostri alleati e quegli aumenti sono stati evitati (Iva, gasolio, casa, telefonini, auto aziendali), su altre (sugar e plastic) abbiamo dovuto accettare un compromesso. Chiedere che si riducano le tasse e si faccia ripartire l'economia con un piano choc di investimenti per qualcuno è "tirare la corda". Per noi si chiama fare un buon servizio al Paese».