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Marattin: "Oltre la cabina di regia"

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Estratto dell'intervento pubblicato da "il Foglio", 16 dicembre2020.

Ci siamo mai chiesti perché da un po' di tempo a questa parte si senta il bisogno di commissariare o aggirare la rappresentanza politica? Claudio Cerasa venerdì scorso si è posto una domanda diversa ma complementare, in relazione alla pubblica amministrazione. Fornendo anche una condivisibile risposta, relativa all'incancrenimento delle regole di sistema che sovrintendono al funzionamento della macchina pubblica italiana. Ma la domanda posta in apertura è più generale.

E non è mai stata posta in modo sufficientemente esplicito. Forse per paura della risposta. La delega di funzioni all'esterno del perimetro della rappresentanza politica non è un tema nuovo. Alla fine degli Anni Settanta la letteratura economica suggerì di togliere la politica monetaria dalle mani dei politici. Troppo forte, per chi deve misurarsi con il consenso elettorale, la tentazione di abbassare il più possibile i tassi di interesse per stimolare l'occupazione (o persino di stampare moneta tutte le volte che c'è da finanziare qualche spesa), rischiando così di innescare una spirale inflazionistica fuori controllo. Da allora quasi tutte le banche centrali del pianeta sono state rese indipendenti dal potere politico.

Ed è stata questa intuizione ad avere archiviato probabilmente per sempre, la tassa più odiosa e iniqua: quella da inflazione. All'inizio degli Anni Novanta l'Italia adottò o sviluppò il sistema delle autorità indipendenti, altrove già pienamente affermato. Questioni cruciali per la vita quotidiana dei cittadini - dalla tutela della concorrenza a quella della privacy o del pluralismo dell'informazione; dalla regolazione del mercato nei servizi pubblici alla vigilanza dei mercati finanziari e assicurativi e tanti altri ancora - furono giudicate troppo importanti per essere lasciati nelle mani dei politici.

E nella maggior parte dei casi l'azione è stata puntuale ed efficace. Sempre a inizio anni Novanta si separarono le funzioni di indirizzo e controllo - che restarono in mano agli organi elettivi - da quelle di gestione, che furono affidate in via esclusiva alla dirigenza pubblica.

Chi lo desidera può leggere l'intervento integrale sull'edizione odierna de "il Foglio".