Intervista di Alessandra Mura, "la Nuova Ferrara", 28 settembre 2022.
Per Luigi Marattin, ferrarese, questa è la seconda legislatura, eletto con Azione-Iv nella circoscrizione Piemonte 2.
Ci saranno solo cinque ferraresi in Parlamento: si aspettava questa riconferma?
«Non avevo aspettative, ho cercato solo di dare tutto quello che avevo, sia in questi quasi cinque anni in Parlamento che nel mese di campagna elettorale. E questo mi è bastato per avere la coscienza a posto. Aver, poi, raggiunto il risultato mi dà la carica per questo nuovo turno di servizio al mio Paese, che spero di svolgere con disciplina e onore».
Perché ha deciso, come nel 2018, di non candidarsi nel collegio che includeva Ferrara? E pur essendo stato eletto in Piemonte, porterà avanti anche battaglie che riguardano il nostro territorio?
«Non ho deciso io, così come non decisi quattro anni fa (fu eletto con il Pd a Reggio Emilia ndr). Allora fu una pretesa di Franceschini, che diceva che se mi fossi candidato a Ferrara gli avrei fatto perdere il collegio (quello che poi perse ugualmente, e con 10 punti di distacco). Questa volta invece gli accordi nazionali tra lv e Azione hanno assegnato a quest'ultima le candidature dell'Emilia Romagna. Con Ferrara sono sempre in debito, qui sono cresciuto, qui ho i ricordi più preziosi della mia vita, qui ho iniziato a far politica. Risponderò sempre alle chiamate che arrivano da voi».
Dai banchi dell'opposizione, con una maggioranza così ampia del centrodestra, il compito adesso è difficile: come intende impostare questo quinquennio?
«La maggioranza al Senato è solo di una dozzina di senatori. E al centrodestra ora spetta il compito più difficile: passare dal libro dei sogni spacciato in campagna elettorale al governo di una delle fasi più difficili che il paese abbia vissuto ultimamente. Noi non permetteremo che i progressi fatti durante il governo Draghi vengano dissipali da sovranisti e populisti. È questa la promessa che facciamo al Paese».
Guardando al 2024 e alle prossime amministrative, ritiene possibile un'alleanza tra Azione-lv e il centrosinistra?
«Lo escludo. L'attuale centrosinistra ferrarese vive di rimpianti, e con la testa perennemente rivolta al passato. Nel 2024 Azione e IV, uniti nel partito liberaldemocratico, faranno una proposta seria e coerente per la guida della città, in grado di mobilitare le energie migliori di Ferrara e portarla là dove merita di stare. Lontana da conservatori e da populisti».