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Marattin: "Mes, condizioni significa solidarietà. L'Europa non è un bancomat"

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Estratto dell''intervista di Valerio Valentini, pubblicata da "il Foglio", 21 luglio 2020.

Più che dalla paventata dittatura dei frugali e di Mark Rutte, Luigi Marattin si dice preoccupato dalla "egemonia culturale, prima ancora che politica, esercitata dai populismi e da Matteo Salvini". Una subalternità al sovranismo, e alle sue logiche, che per il deputato di Italia Viva e responsabile economico del partito di Matteo Renzi, distorce in fondo anche il racconto che si fa della discussione, aspra e serrata, che è in corso a Bruxelles.

"Questo ridurre tutto il senso del confronto in atto in seno al Consiglio Europeo come uno scontro tra egoismo e solidarietà è una rappresentazione macchiettistica". "Purtroppo - continua Marattin - estremamente diffusa tra politici e giornalisti e che quindi inevitabilmente si diffonde nell'opinione pubblica".

Mentre in realtà?
"In realtà, a prescindere da quella che sarà la soluzione finale, si sta giocando una partita essenziale per il futuro della Ue, perché per la prima volta si cerca di far avanzare l'idea di una vera condivisione dei rischi macroeconomici, una condizione essenziale per il completamento dell'Unione monetaria e per far avanzare proficuamente il processo di integrazione. Questa maggior condivisione deve andar di pari passo con maggiore responsabilità e la creazione di una sovranità europea, adeguatamente supportata da riforme dell'architettura istituzionale della Ue. Ma per qualcuno tutto questo non conta, e sta solo cercando un bancomat di soldi facili per continuare a fare quello che ha sempre fatto".

A proposito di credibilità: la nostra pare sia abbastanza annacquata anche a causa di una spesa pensionistica assai più alta della media europea, e dell'ostinazione con cui manteniamo Quota 100. Su questo, perfino il responsabile economico del Pd, Emanuele Felice, è arrivato a dire che, nel merito, il premier olandese Rutte ha ragione. Eppure, Quota 100 non si tocca.
"Quota 100 è stata la politica più populista e più fallimentare della recente storia italiana. Oramai i dati sono disponibili, e ci confermano che ha completamente fallito anche su quell'unico aspetto su cui poteva portare un beneficio (sebbene molto caro), vale a dire il ricambio generazionale nelle aziende e nella Pubblica amministrazione".

Chi lo desidera, può leggere l'intervista completa a questo indirizzo.