Marattin: "Manovra, cancelliamo queste misure. Basta spostare il cuneo fiscale e intervenire su quota 100"
Intervista di Alessandro Trocino, Corriere della Sera, 4 novembre 2019
Luigi Marattin, voi di Italia Viva avete cambiato idea sulla tassa per le automobili aziendali? Al Cdm è passata all'unanimità l'idea di Laura Castelli.
«Anche le pareti di Palazzo Chigi sanno che in tutti i vertici Teresa Bellanova ed io ci siamo opposti ad ogni forma di incremento di tassazione, esclusa quella per giochi e tabacchi. Per questo ci considerano come rompiscatole. Al Cdm è passato salvo intese».
Il rinvio delle tasse di un anno sarebbe sufficiente?
«Per ora non c'è nessun rinvio di tasse e non sarebbe comunque sufficiente. Per il 2021 c'è l'annullamento dei 10 miliardi di aumenti Iva messi dalla Lega (quelli che a chiacchiere hanno ridotto le tasse). E abbiamo chiesto al governo di approvare una legge delega per permettere nel 2021 un rifacimento di Irpef e Iva, con due parole d'ordine: meno tasse, e più semplicità».
La plastic tax è una tassa ambientale, non va bene?
«Sin dal varo della direttiva Ue sulla plastica, chiediamo un cammino pluriennale per accompagnare il settore, che impiega migliaia di addetti, a una riconversione graduale e sostenibile. Un cammino, volendo, fatto anche di rimodulazioni di tassazioni, ma che sia incentrato su incentivi al riuso e al riciclo, trasformazione degli impianti, costruzione di filiere. Cosa ben diversa dal mettere dall'oggi al domani un euro al chilo di tassa, e chiuderla lì».
Alternative?
«Per cancellare plastic, sugar e auto aziendali proponiamo tre soluzioni alternative. Spostare dall'1 luglio all'1 ottobre il cuneo fiscale. Cancellare o rimodulare fortemente quota 100. Agire sulla spending review: negli ultimi 10 anni la spesa in acquisto di beni e servizi è salita da 86 a 100 miliardi. Quella per gli stipendi pubblici, invece, è rimasta costante».
Non crede che un livello di conflittualità così alto non sia gradito dai cittadini?
«Nessuna conflittualità, il disegno di legge di bilancio è un'ottima base di partenza, consentirà a molte famiglie di non pagare più la retta degli asili nido. Ci limitiamo a produrre idee e soluzioni per migliorare la manovra. Che da sempre viene modificata da ottobre a dicembre: non si capisce perché quest'anno questo sia visto come un ricatto o un sabotaggio».
Parliamo di soli 1,7 miliardi su 30.
«È esattamente quel 0,1% di incremento di pressione fiscale previsto per il 2020. Crediamo sia meglio evitarlo. E lo stesso aumento che ha prodotto la Lega al governo».
Non è che Renzi sta alzando il tiro per avere voce in capitolo sulle nomine delle partecipate?
«È molto più semplice. Crediamo che l'economia italiana, finché la pressione fiscale non scende nella media Ue, non abbia bisogno di più tasse. E difficile da credere?».
Anche lei pensa, come Franceschini, che il governo Conte sia l'ultimo di questa legislatura?
«Non ho le capacità divinatorie di Dario. Credo che un governo debba andare avanti se è in grado di produrre risultati e di allargare il consenso. Ci vogliamo provare, invece di sospettare perennemente gli uni degli altri?».
Zingaretti si sente solo, dice che nessuno difende questo governo.
«Non si difendono i governi come fossero fedi religiose, si difendono le scelte fatte nell'interesse degli italiani. Quando alcune sono migliorabili, lo si dice e si lavora per farlo. Senza drammi».
Alle Regionali lei spera che il Movimento converga in Emilia e Calabria?
«Non ho mai saputo giocare a Risiko. Spero vinca il candidato migliore. E in Emilia è senza dubbio Bonaccini».
Il cardinal Ruini vuole dialogare con Salvini. Lei che ne pensa?
«Libera Chiesa in libero Stato».
Di Maio non vuole negozi aperti sette giorni su sette. Voi?
«Io sì. Con le dovute garanzie, e retribuzioni, per il personale».