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Marattin: "La revoca adesso? Rischiamo di pagare risarcimento record"

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Intervista di Lorenzo Salvia su Il Corriere della sera, 11 luglio 2020

Luigi Marattin, Italia viva, si arriverà oppure no alla revoca della concessione per Autostrade?

«Non lo so. Se sarà così, da parlamentare e da cittadino, vorrei però sapere chi da martedì subentra nella gestione delle autostrade e con quali risorse, che fine fanno i lavoratori di Aspi e che valutazione di rischio è stata fatta sul risarcimento plurimiliardario che dovrebbe essere versato ai Benetton, dalle tasche dei contribuenti, in caso di azione temeraria».

Perché voi siete contrari alla revoca adesso?

«Perché crediamo che un`azione così potente possa sicuramente essere messa in atto, ma solo dopo aver dato completa ed esauriente risposta alle domande di cui sopra. Non mi pare ci sia stata».

È anche vero che aspettare gli esiti di un processo, come chiedete voi, in Italia, vuol dire attendere anni.

«Da più di un anno Italia Viva propone una terza via. Attuare subito la delibera n.16 del 2019 dell`Autorità di Regolazione dei Trasporti, che indica un nuovo metodo tariffario, molto più adeguato ed efficiente, per le concessioni autostradali per cui sia scaduto il periodo regolatorio, per Aspi lo è dal dicembre 2017. La delibera si trova online da mesi. Non capiamo perché non si voglia perseguire questa strada. Che consentirebbe di porre rimedio (nei fatti, non a chiacchiere) allo sbilanciamento strutturale a favore del concessionario».

In cosa consiste questo cambio di regole?

«Fissare i pedaggi autostradali non sulla base degli investimenti annunciati e magari non fatti, come incredibilmente avviene ora. Ma su quelli effettivamente svolti, con una penalità in caso di annunci non mantenuti; monitoraggio annuale della qualità degli investimenti; remunerare il capitale investito con i metodi di regolazione più moderni; un meccanismo di contenimento degli extra ri- cavi del concessionario. Con queste riforme, si eliminerebbe alla radice il disincentivo agli investimenti in manutenzione che ha causato molte tragedie sulle nostre strade».

Ma se Autostrade dovesse offrire una riduzione dei pedaggi, un aumento degli investimenti e un indennizzo non andrebbe bene?

«Tariffe più basse e maggiori investimenti non devono essere la conseguenza di un gesto nobile dell`azienda, quasi un favore. Ma l`esito di un nuovo metodo di regolamentazione, più efficiente e più orientato alla tutela degli utenti, più che di discutibili rendite del concessionario. Un metodo tariffario che dovrebbe essere valido non solo per Aspi ma per tutti i concessionari autostradali, che ad oggi hanno metodi differenti, frutto della diversa capacità di contrattazione politica».

E la sostituzione dell`azionariato in Aspi può essere una soluzione?

«Faccio parte di una strana e largamente minoritaria ca- tegoria. Quella di chi crede che la tipologia di azionariato (pubblico, misto o privato) nelle aziende concessionarie di beni o servizi pubblici sia meno importante di una efficiente attività di regolamentazione, basata sui corretti incentivi e sui giusti controlli».

La gestione affidata ad Anas che rischi avrebbe?

«Ogni gestione è potenzialmente inefficiente se non correttamente regolamentata. Lo dimostra il fatto che si sono verificate tragedie, sebbene di minor dimensione, anche su strade gestite da Anas. Per quello insisto così tanto sul cambiare le regole, invece di privilegiare lo slogan forte».

Nel frattempo il ponte Morandi a chi va affidato?

«Finché la concessione non viene revocata, quel tratto è gestito da Aspi. Ma il cambio di regole che proponiamo non ha tempi biblici. Si può fare subito. Anzi, si sarebbe potuto fare la prima volta che lo abbiamo proposto».