L'intervento su "il Sole 24 ore" e numerosi altri quotidiani, 29 marzo 2022.
Il deputato di Italia Viva Luigi Marattin si è dimesso dalla Commissione d’inchiesta del Parlamento italiano sul sistema bancario e finanziario, in disaccordo con la scelta della presidente Carla Ruocco (M5S) di convocare l’ad della compagnia di assicurazioni "Generali", Philippe Donnet, che si recerà in audizione il prossimo martedì 5 aprile. A Donnet si chiede di chiarire le ultime evoluzioni della partita per la contesa della prima compagnia italiana. Gli è stato, inoltre, richiesto di fornire una relazione informativa su sette punti che mettono a fuoco le criticità di alcune dinamiche gestionali della compagnia. In un post, Luigi Marattin spiega i motivi delle sue dimissioni e fa il punto sulla vicenda "Generali".
"Questa mattina - scrive Marattin - ho presentato le dimissioni da membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario".
"Da tempo - prosegue - ero in totale disaccordo con la conduzione della commissione che, lungi dall’essere una vera commissione d’inchiesta sul passato del nostro sistema bancario, è stata fin dall’inizio utilizzata per altri dubbi scopi (primo tra tutti il tentativo di appropriarsi di competenze che sono invece proprie di commissioni parlamentari permanenti)".
"Ma - sottolinea Marattin - la recente convocazione di Philippe Donnet – CEO del Gruppo Generali – ha superato ogni limite di “grammatica” istituzionale".
"Alla vigilia dell’assemblea degli azionisti che dovrà eleggere in nuovo consiglio di amministrazione di una società privata, una delle due parti in competizione viene chiamata in audizione presso una commissione d’inchiesta per esporre dettagliate informazioni di bilancio, piani industriali e persino per chiedere conto di decisioni interne riguardanti la concessione dell’aspettativa ad un proprio dirigente", spiega il parlamentare Iv.
"Insomma, facevo parte di un’autorità di regolamentazione finanziaria, e non lo sapevo. Una autorità particolare, oltretutto. Visto che entra pesantemente in una partita di governance societaria dalla quale la politica dovrebbe a mio avviso stare fuori", ribadisce Marattin.
"Ritengo pertanto opportuno - conclude Marattin - dissociarmi con decisione da quanto sta avvenendo. Faccio appello ai presidenti delle Camere, destinatari il 29 marzo 2019 di una lettera del Presidente della Repubblica in cui si richiamava esplicitamente il rischio che le attività della Commissione non si sovrapponesse a quella delle Autorità indipendenti, affinché vigilino sul corretto funzionamento delle nostre istituzioni".