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Marattin "Non sono un bullo ma non porgo l`altra guancia. E mi ritengo ancora di sinistra"

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Marattin: "Non sono un bullo ma non porgo l`altra guancia. E mi ritengo ancora di sinistra"
Intervista all'economista di Italia Viva che ha litigato con Franceschini
di Concetto Vecchio, da La Repubblica - 2 Ottobre 2019

Onorevole Luigi Marattin, per il ministro Franceschini lei ha «smania di visibilità».
«No, io mi sono soltanto battuto per evitare l`aumento dell`Iva, mentre lui negava dei dati di fatto».

L`ha accusato di aver voluto aumentare nottetempo il gettito Iva di 5-7 miliardi.
«Ma perché in questo Paese non si può mai dibattere 
nel merito delle cose? Mica era una discussione sull'esistenza dei campi di concentramento. Qua tutto diventa lite, lacerazione».

Ma lei l'ha pubblicamente sbugiardato su Twitter!
«Non sono tipo che porge l`altra guancia. Se mi attaccano io replico».

Il leghista Borghi ritwitta i suoi tweet dove si diceva contrario 
all'aumento del deficit. Ora la pensa come lui?
«Borghi mi ha bloccato, non posso leggerlo».

Glielo leggo io: "Ero rimasto che il deficit era sfasciare i conti".
«Non capisce niente di economia. Il deficit è come la tachipirina: ne prendi di più quando stai più male. Se la crescita è zero, come adesso, serve più deficit».

Borghi sbaglia la misura?
«Lui vorrebbe prendere la 
tachipirina anche con la febbre a 35».

I suoi ex colleghi del Pd temono il suo protagonismo. Perfino Calenda ha detto che lei è un campione del 
mondo nel controcanto.
«Ha ragione, ma lo faccio perché non voglio che aumentino le tasse».

Renzi l'ha nominata "il volto di 
Italia Viva".
«Mi fa piacere, ma ho un età in cui ai complimenti si risponde dicendo grazie e cercando di meritarseli».

Chi è per lei Renzi?
«Ha sdoganato il concetto per cui in politica si possono cambiare le cose senza chiedere il permesso a nessuno».

Lei viene dai Ds?
«Sì, ma dai liberal di Enrico Morando. Eravamo quelli che si battevano per le liberalizzazioni».

È ancora di sinistra?
«Se è dare un`opportunità a tutti lo sono ancora, se significa mantenere le protezioni in un 
mondo del lavoro che non c`è più non lo sono».

Su Facebook ha pubblicato la foto con la sua compagna, scrivendo che "quel poco che c`è di saggio e quel pochissimo che c`è di equilibrato in me viene da lei".
«Sono un istintivo, ma da quando ho conosciuto Gloria ho capito che non sempre bisogna urlare più forte per ottenere un effetto».

Franceschini non sembra convinto e ha citato Dante: "Non ragioniam di loro, ma guarda e passa".
«E io gli ho risposto: "Fatti non foste a vivere come bruti, ma a seguir virtute e conoscenza».

Picchierà così per tutta la legislatura?
«Ma no! Sul salario minimo e sul ripristino dei fondi ai Comuni che si sono fusi stiamo conducendo una battaglia comune».

Perché ha lasciato il Pd?
«Volevo un posto dove poter dire, ad esempio, che la patrimoniale non si può fare, senza passare per uno di destra. O farsi rinfacciare da metà partito di avere fatto il Jobs Act».

Darebbe ancora del bibitaro a Di Maio?
«Ci aveva attaccato su Bibbiano. Una polemica miserabile».

Ora siete colleghi al governo.
«Ho parlato con lui la prima volta domenica al vertice a palazzo Chigi ed eravamo entrambi d`accordo sul non aumentare l`Iva».

C`è un asse Di Maio-Renzi?
«Ecco, la solita dietrologia 
italiana».

Cosa prova quando la definiscono il bullo di 
Italia Viva?
«Non mi ci ritrovo. Sono una persona timida, anche se non sembra».