L'intervento pubblicato da "Conquiste del Lavoro", 2 marzo 2021.
Una delle sfide che l'Italia si trova ad affrontare nell'ambito del Recovery Fund è la riforma fiscale che, secondo il premier Draghi, dovrà essere una riforma "complessiva" che spinga il potenziale di crescita del Paese incentivando offerta di lavoro e attività d'impresa. Le audizioni avviate da un mese dalle commissioni Finanze di Camera e Senato si concluderanno a fine marzo. Verrà sentito anche il neo-ministro dell'Economia Daniele Franco.
Sulla tempistica di una riforma complessiva, il presidente della Commissione Finanze della Camera Marattin (Italia Viva) esprime ottimismo: "La legislatura durerà altri due anni, il tempo giusto che serve per completare lo studio, avere la condivisione politica, fare una legge delega e i decreti attuativi". Insomma, "ci sono le condizioni per far sì che dal primo gennaio 2023 gli italiani, a cinquant'anni esatti dall'ultima riforma, abbiamo un nuovo sistema fiscale più leggero e più semplice".
Spiega Marattin: "Ci sono tre capisaldi condivisi da tutte le forze politiche: non possiamo permetterci interventi scoordinati ma ne serve uno complessivo; la pressione fiscale deve essere spostata più verso l'incentivo alla crescita in un Paese cha ha un drammatico problema di crescita; alla fine di questo percorso il nostro fisco deve essere più semplice rispetto agli incredibili livelli di complessità che ha raggiunto adesso".
Sensibilità diverse invece per quanto concerne i dettagli della tassazione del reddito di impresa o del lavoro autonomo; e per alcuni aspetti del riordino della tassazione sul patrimonio. Sull'Irpef, il premier ha parlato di una revisione profonda per semplificare, ridurre gradualmente il carico fiscale e assicurare la progressività. Per Marattin "la vera questione è quanto progressivo debba essere e in quali parti della distribuzione del reddito. Alla fine l'Irpef dovrà essere un'imposta con la giusta progressività, con gli incentivi al lavoro e molto più semplice dell'attuale".