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Marattin: "Una brutta storia di fine governo. Il caso del Fondo per valorizzare la professionalità dei docenti"

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Una riflessione del nostro parlamentare, 12 ottobre 2022.

In Italia, gira e rigira, i problemi sono davvero sempre gli stessi. L’ennesimo caso di anti-meritocrazia nella scuola.

La Legge di Bilancio 2018 istituì un fondo - con una dotazione per il momento simbolica - per valorizzare la professionalità dei docenti: era destinato, nelle intenzioni, a premiare i docenti che garantiscono continuità didattica e lavorano nelle scuole più difficili. Per “scuole più difficili” si intendono quelle in territori con condizioni socio-economiche peggiori e più alti tassi di dispersione. Rispondeva alla logica, insomma, di investire di più dove c’è più bisogno di una scuola pubblica efficiente e inclusiva.

La Legge di Bilancio 2022 ha decuplicato le risorse presenti nel fondo, portandole a 300 milioni. E il ministro Bianchi si stava apprestando, con decreto ministeriale, a iniziare a distribuirli. Ma è lì, come accade da decenni, che casca l’asino. Arrivano i sindacati e pretendono che, invece, quei 300 milioni vadano ad aggiungersi alle risorse (2,17 mld) previste per il rinnovo del contratto nazionale della scuola.

In altre parole, con ogni probabilità, pretendono che vadano distribuiti a pioggia. Dopo qualche resistenza, il Ministero dell’Istruzione ha ceduto. E ora la decisione finale spetta al Ministero dell’Economia.

Io credo che questa decisione sia profondamente sbagliata. Provo a spiegare perché. Non esiste persona razionale che possa contestare che lo stipendio dei docenti italiani sia più basso rispetto ad altri Paesi europei. E io faccio parte di coloro che pensano che sia giusto alzare il livello per tutti. Tuttavia, e da sempre, sono anche convinto che occorra differenziare gli stipendi a seconda dei risultati raggiunti (certificati da un moderno sistema di valutazione), della formazione continua (come ci impone il Pnrr) e dell’impegno in zone particolari del paese.

Proprio come diceva il programma del Terzo Polo, e proprio come faceva quel fondo che ora invece i sindacati vogliono svuotare per distribuirli a pioggia. Se proprio servono altri 300 milioni - oltre ai 2,17 mld - si possono facilmente trovare nella prossima Legge di Bilancio. Ma svuotare quel fondo è un brutto segnale per chi crede che la scuola sia troppo importante per lasciarla nelle mani di chi non vuole cambiare nulla.