Intervista di Sa. Mor., "Gazzetta di Mantova", 13 gennaio 2020.
«Solo il raddoppio del binario tra Mantova e Cremona può risolvere i disagi dei pendolari sulla linea. Per questo invito tutti i consiglieri regionali e i parlamentari mantovani a concentrarsi su questo obiettivo e a collaborare per centrarlo». Così il deputato di Italia Viva, Matteo Colaninno, sulle recenti polemiche scatenatesi a seguito dell'annuncio della Regione Lombardia di voler riaffidare il servizio di trasporto pubblico su ferro a Trenord nonostante le proteste dei viaggiatori per treni poco accoglienti e spesso in ritardo.
«Io - spiega il parlamentare mantovano - ho cominciato a discutere con il gruppo Fs dal 2016-2017 e abbiamo ottenuto due grandi risultati: il Freccia Argento per Roma e i 340 milioni di euro per il raddoppio del primo tratto della linea ferroviaria per Milano, da Mantova a Cremona. Ho registrato il dibattito politico degli ultimi giorni su Trenord e non c'è dubbio che i disagi dei pendolari vadano ascoltati con attenzione. Però, abbiamo 340 milioni di euro e dobbiamo spenderli per il raddoppio del binario, l'unica questione in grado di cambiare radicalmente la qualità della vita dei pendolari e di risolvere la questione Trenord».
Colaninno è convinto che solo il raddoppio dei binari «imporrà al gestore un servizio totalmente diverso e moderno perché da quattro treni all'ora di adesso si potrebbe passare fino a dieci e perché consentirebbe all'azienda di prendere altro mercato». Quindi, «tutti devono collaborare affinché quest'anno sia quello delle autorizzazioni e il 2021 quello della gara d'appalto. Se non si farà così, si rischia altro ritardo conside rando che dell'opera stiamo discutendo dal 2017 e che i soldi sono arrivati dal governo Gentiloni».
Certo, con 340 milioni di euro si farà solo una parte del raddoppio, per completarlo ne serviranno altri 700-800; e qui l'appello di Colaninno va alle forze politiche che sono maggioranza a Roma e a quelle che lo sono, invece, in Regione: «concentriamoci tutti per portare a casa i fondi che mancano». Per essere, però, in grado di utilizzarli servono strumenti legislativi che oggi non ci sono. Serve il «Piano Shock per l'Italia» che Italia Viva presenterà in parlamento per sbloccare opere pubbliche per 120 miliardi dì euro, tra strade, ferrovie, porti, aeroporti, scuole, ospedali e periferie delle città.
Nel dettaglio, dei 74 miliardi di opere stradali e ferroviarie bloccate solo otto lo sono per mancanza di finanziamento, «il resto lo sono da questioni amministrative o burocratiche» dice Colaninno. Che aggiunge: «tra quei cantieri fermi ci sono sia il raddoppio della linea ferroviaria tra Mantova e Milano, sia l'autostrada Cremona-Mantova, inserite nel piano su proposta mia e del ministro Elena Bonetti. Ecco, per quei cantieri come per tutti gli altri fermi, l'idea è quella di utilizzare gli strumenti che hanno consentito all'Expo milanese di andare in porto: la vigilanza collaborativa dell'Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione, sulle gare d'appalto e la gestione commissariale che acceleri e semplifichi le opere già finanziate».
«Lo sforzo di Italia Viva - assicura il deputato mantovano - sarà messo in campo dal sottoscritto in parlamento e dal ministro Elena Bonetti che, all'interno del governo, porterà avanti le azioni necessarie per portare a casa gli obiettivi prefissati».