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Manghi: "In Ucraina qualcuno si batte per noi"

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L'intervento pubblicato dalla "Gazzetta di Reggio", 15 marzo 2022.

Vorrei fare un po' di chiarezza sulla guerra scatenata da Putin sull'Ucraina. Sono abbastanza "grande" da ricordare distintamente la storia della guerra fredda, della cortina di ferro, della repressione nel sangue delle varie primavere dell'Est Europa. Per la mia generazione il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione dell'URSS sono stati la fine di un incubo durato oltre 40 anni e che si era saldato, praticamente senza soluzione di continuità con l'incubo nazista. Chi non ha viaggiato personalmente nella Germania e nella Cecoslovacchia ante crollo del muro non può rendersi conto della vita di quei paesi, della totale mancanza di libertà ma anche di dignità alla quale erano sottoposti i loro cittadini. Consiglio di rivedere "Le vite degli altri" sull'angosciante presenza della polizia politica.

La NATO ha significato per noi non fare quella fine, ci ha regalato decenni di libertà e di pace anche se di pace armata. Non sono nazionalista ma sono un'internazionalista della libertà.  Credo che ogni popolo abbia il diritto di godere della libertà che abbiamo noi, del rispetto dei diritti umani e dei diritti civili che caratterizzano il mondo per questo denominato "libero".

Per questo credo che la difesa dei diritti sia essenziale per la difesa della nostra umanità,  anche se questo comporta abbandonare il pacifismo a tutti i costi. Per questo ho criticato l'abbandono dell'Afghanistan da parte degli eserciti occidentali, per questo non condivido spesso le scelte isolazioniste degli USA. È vero, la democrazia non si può imporre con le armi ma dove c'è va difesa. La scarsa conoscenza della realtà e della storia degli altri paesi mostrata da sempre dalle dirigenze politiche USA è certamente criticabile. Hanno fatto molto errori. Ma hanno fatto,  non sono sempre rimasti a guardare davanti a sopraffazioni, massacri,  compressioni di libertà e diritti.

A volte sono rimasti a guardare e per questo diciamo che hanno sbagliato. Tornando all'Ucraina stiamo parlando di un paese che,  con tutte le sue difficoltà e i suoi errori, stava cercando di trovare la sua via alla libertà e ai diritti.  Il vicino potente e illiberale non ha nessun diritto di schiacciare con la forza questo anelito solo perché ha più armi e nessuno scrupolo a invaderla. Che sia ben chiaro che il fine non è la Crimea russa, già conquistata con le armi nel 2014, né l'indipendenza delle repubbliche russofone, per le quali sarebbe bastato un negoziato vero senza combattere. Qualcuno pensa che l'Austria sia legittimata a farci guerra per l'indipendenza dell'Alto Adige? Il fine è annientare non solo l'indipendenza dell'Ucraina ma ogni possibilità di avere un governo democratico e liberale,  un pericolo alle frontiere di uno Stato che sta pericolosamente scivolando verso un totalitarismo novecentesco molto più grave di inesistenti missili della NATO.

Non stiamo qui di parlando di scegliere fra un'Ucraina nella NATO e un'Ucraina neutrale (come pensano le anime belle del pacifismo nostrano), ma fra un'Ucraina libera di scegliere la propria strada in Europa e un'Ucraina senza libertà di stampa, di parola, di dissenso,  dove chi ha anche solo un pensiero diverso viene incarcerato o costretto ad una "dieta" di polonio. Vale un aumento del costo del gas? Vale qualche turista russo in meno nelle nostre città? Vale un qualche sacrificio economico? Credo di sì. Soprattutto se partiamo da questi sacrifici per creare un'Europa più forte, più coesa, più capace di difendersi da sola sia economicamente che militarmente. E se partiamo da questi sacrifici per affrontare finalmente alcuni dei problemi di fondo del nostro tessuto economico ed energetico.  Parchi eolici bloccati da burocrazia, comitati del no, mentalità del "va bene ma non nel mio cortile".

Un'insensata politica antinucleare che ha bloccato anche la ricerca sul nucleare di ultima generazione, quando nel resto d'Europa le nostre stesse industrie contribuiscono a costruirle. Il no ai rigassificatori, ai termovalorizzatori, a tutti gli sforzi per svincolarci da situazioni energetiche di dipendenza insostenibile. Il prezzo del gas era già salito alle stelle mesi prima della guerra. Solo se saremo veramente forti, autonomi, non ricattabili potremo essere veramente liberi.  Ma oggi anche per la nostra libertà qualcuno combatte in Ucraina. Non dimentichiamolo.