L'intervento pubblicato da "la Nazione", 21 luglio 2020.
«Questa volta la denuncia non viene dalla rancorosa opposizione, ma da una professionista segretaria dell'Anao, che opera nell'ospedale spezzino da 15 anni e ha vissuto in prima persona la drammatica esperienza dell`emergenza Covid». È la dichiarazione di Raffaella Paita, deputata di Italia Viva.
«Dice con chiarezza la dottoressa che non è questa emergenza ad aver creato i problemi maggiori ma una carenza di assunzioni di medici e operatori sanitari, necessarie per offrire un servizio di assistenza dignitoso e sicuro. Ci chiediamo: chi si doveva occupare della sanità in Liguria? La Regione. Noi sappiamo l'inadeguatezza è diffusa sull'intero territorio regionale, ma la denuncia definisce, giustamente, la sanità spezzina come fanalino di coda di tutta la Liguria. Le fughe non sono verso Genova ma verso Emilia e Toscana, a dimostrazione di una inefficienza complessiva dell'offerta sanitaria, mancano almeno 30 medici per gestire l'ordinario. In tutti i reparti, in ginecologia per coprire le notti i medici interni vengono pagati come professionisti esterni. Le deroghe sono poche e spesso non garantite, i concorsi in ritardo e spesso deserti e quando qualcuno li fa e li vince è frequente che vada via dopo pochi anni. Durante il Covid si è detto che i numeri della legge Balduzzi (3,7 posti letto per 1000 abitanti) erano ormai inadeguati rispetto ai bisogni di oggi. Credo che sia giusto far sapere al ministro Speranza, che ha denunciato questa carenza, che nella nostra provincia i posti letto sono addirittura 2,2 per ogni mille abitanti. Una situazione intollerabile. Toti cinque anni fa si era candidato dicendo che avrebbe cambiato tutto. In effetti ha cambiato tutto in peggio, la sanità è al collasso e il nuovo ospedale del Felettino è rimasto al palo. Non c'è un'altra provincia ligure in cui il fallimento sanitario sia più clamoroso», conclude Paita.