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Leopolda 10, l'intervento conclusivo di Matteo Renzi

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Matteo Renzi chiude i lavori della decima edizione della Leopolda

Accolto dagli applausi del pubblico, Matteo Renzi è salito sul palco della Leopolda 10 per concluderne i lavori, con il suo tradizionale intervento finale.

Il leader di Italia Viva ha iniziato il suo intervento ringraziando il popolo della Leopolda, soprattutto tutti coloro che sono rimasti fuori dalla sala e che hanno seguito i lavori tramite maxischermo.

"Popolo della Leopolda, prendiamoci cura l'uno dell'altro", ha proseguito Renzi. "Cos'è la Leopolda? Perché si viene alla Leopolda?", chiede Renzi, "è il luogo di chi ne ha abbastanza del qualunquismo e del populismo. Oggi noi abbiamo un progetto per il nostro paese, valido per i prossimi 10 anni. Gli altri parlano di cosa accadrà nei prossimi tre mesi. Noi parliamo di Italia 2029".

"Noi abbiamo deciso di darci un orizzonte, quello dei prossimi 10 anni", ha proseguito Matteo Renzi. "Pensate a cosa è accaduto venerdì sera: siamo rimasti qui a chiacchierare di digitale fino a mezzanotte inoltrata, guardando a quell'orizzonte".

"Oggi, invece di guardarci indietro - spiega Renzi - proviamo a chiederci come possiamo rivoluzionare le nostre vite, le nostre città, il nostro lavoro, le nostre famiglie. Qui sono fiorite delle idee. Proporre delle idee non è lanciare un ultimatum, è fare politica", prosegue Renzi.

"Da questo salone non è arrivato nessun ultimatum al Governo, sono arrivate delle proposte", spiega Renzi.

"Al populista non interessa risolvere i problemi, ma enunciarli", prosegue il leader di Italia Viva: dall'immigrazione a Quota 100, spiega Renzi, "non basta enunciare i problemi esistenti, noi vogliamo risolverli".

"Noi vogliamo essere seri, rispetto al problema dell'immigrazione. Oggi le grandi aziende stanno investendo in Africa. La sfida è far sì che anche le aziende italiane possano contribuire allo sviluppo dell'Africa", prosegue Renzi, parlando di immigrazione.

Renzi prosegue, poi, parlando di ciò che è cambiato, rispetto all'edizione precedente della Leopolda. "Cosa è cambiato?", chiede, "quando la realtà ti si presenta davanti, il senso di responsabilità ti impone di cambiare. Avevamo due strade: assecondare i disegni di Matteo Salvini e andare a votare, con la certezza di avere un paese in mano ai sovranisti, oppure fare politica".

"Ci hanno accusato di non avere coerenza. Ciò che loro chiamano 'coerenza' noi lo chiamiamo masochismo. Avremmo consegnato l'Italia a chi sfila con Casapound. Sì, io ho cambiato idea, per salvare l'Italia e lo rivendico", spiega Renzi.

"Mi è costato. Fare politica richiede fatica, perché bisogna anche vincere i propri limiti, avere dominio su se stessi. Ciò che è stato fatto, è stato fatto con un disegno politico. Era tutto collegato: sostenere il Governo e aprire il cantiere di Italia Viva. Abbiamo scelto di fare questo perché il disegno politico di Salvini puntava a mettere le mani sul Colle", prosegue Renzi.

"Viviamo in un sistema di democrazia parlamentare. Quel che loro chiamano 'imbroglio di palazzo', noi lo chiamiamo democrazia parlamentare", continua Renzi.

Il passaggio successivo riguarda la polemica, sollevata da Matteo Salvini, da Piazza San Giovanni, rispetto ai genitori di Matteo Renzi: "Salvini queste cose non le dice guardando in faccia le persone. Pensavo fosse un Don Rodrigo, invece è un Don Abbondio".

Tornando al piano politico dei populisti, Renzi sottolinea che il fenomeno non è solo italiano, ma globale. Gli avvenimenti relativi al Regno Unito e alla Brexit portano a riflettere su cosa accade quando il risultato di un referendum viene manipolato.

Relativamente all'Italia, Renzi ricorda che il mandato presidenziale scadrà nel 2022. "Se questa legislatura rimane in vita, il Presidente della Repubblica che ci accompagnerà dal 2022 al 2029 sarà espressione di forze politiche che credono nell'Europa".

"Noi non vogliamo staccare la corrente a nessuno, perché il punto fondamentale è che il treno della legislatura arriva fino al 2023. Noi vogliamo garantire l'alternativa al bullismo istituzionale"; prosegue Renzi. "Italia Viva nasce con l'obiettivo di sostenere l'apertura, non la chiusura. Siamo nati come partito per garantire all'Italia la fiducia nei propri mezzi", spiega.

"Ecco perché noi, oggi, diciamo al Presidente del Consiglio: caro Presidente, se tu vuoi combattere l'evasione fiscale, e ci chiedi se siamo d'accordo, ti vorrei presentare un luogo, la Leopolda, dove sono nate iniziative che hanno portato a far emergere 15 miliardi rispetto all'evasione fiscale precedente", prosegue Renzi. "Il problema non è il contante - spiega Renzi - ma le detrazioni". Nei prossimi giorni, annuncia Renzi, lanceremo una nostra proposta sul tema della fiscalità, tramite un seminario.

Rispetto al tema dell'aumento delle spese intermedie, Renzi spiega che: "si tratta di spese che i ministeri fanno e che sono cresciute troppo; ora, nel giro di tre anni, sono sopra i 150 miliardi di euro; significa che la spesa cresce troppo. La soluzione più facile sta nell'aumentare le tasse. Ma Italia Viva non può che essere contraria. Allora, la nostra proposta alla maggioranza è mantenere la pressione fiscale sui dati dell'anno scorso, abbassando le spese, offrendo il lavoro di 5 professionisti, che contribuiranno gratis a sviluppare proposte sull'innovazione tecnologica. Ci prendiamo noi il compito di gestire il taglio della spesa", propone Renzi.

"Questi temi ci hanno portato alla polemica con il Partito Democratico. Io non voglio fare polemiche, è stata la mia casa. E voglio ringraziare Dario Nardella che è stato qui, nonostante molti avessero detto sarebbe stato un flop", prosegue Renzi. "Dobbiamo portare avanti le nostre idee, con la consapevolezza che ci possono essere differenze", ribadisce Renzi. 

Allo stesso modo, in tema giustizia, Renzi spiega che "Italia Viva è garantista, non strizza l'occhio al giustizialismo, anche se su questo abbiamo posizioni diverse rispetto al Pd. Nonostante questo, chi è nel Pd rimane mio amico".

Insomma, "i tentennamenti di alcuni non possono bloccare un treno che corre; lo voglio dire a Dario Franceschini e a Nicola Zingaretti", spiega Renzi, ricordando il progetto condotto insieme a Ventotene, da far ripartire, per dimostrare di avere valori condivisi, facendo di quel luogo la casa dell'Europa. "Sul resto, però - spiega Renzi - saremo competitor".

"Noi abbiamo un disegno, che è quello analogo a ciò che ha fatto Macron, ovvero assorbire larga parte del consenso, andando oltre i risultati odierni. La doppia cifra per noi è il minimo sindacale", prosegue Renzi. "Vogliamo offrire una casa a chi non sta nel campo dei sovranisti e a chi non si riconosce nel campo dell'alleanza strutturale coi populisti. Siccome il Pd ha scelto legittimamente un'altra strada, noi dobbiamo dire che saremo chiari: dopo le elezioni amministrative faremo un nuovo Big Bang, affinché tanti amministratori aderiscano nel nostro progetto. Vogliamo offrire spazio all'area liberale e riformista, che crede nella crescita, nei diritti, nell'affrontare problemi complicati".

Il passaggio successivo è dedicato ai diritti civili, al fine vitae, ricordando l'intervento di Claudia, dal palco della Leopolda, "un dibattito da condurre senza furori ideologici". C'è spazio anche per il tema del femminicidio, "sul quale spesso si utilizzano parole sbagliate", ricordando l'intervento di Lucia Annibali. Inoltre, Renzi dedica un pensiero al popolo curdo, ricordando l'intervento della comandante Nasdrin: "le ragazze curde sono le nostre sorelle, sveglia Europa!". Una serie di donne che conducono Renzi a ribadire l'impegno femminista di Italia Viva, "il primo partito che fa le quote azzurre: sono i maschi ad avere il 50% delle quote".

Renzi torna poi alla riflessione sul centrodestra. "Ieri in Piazza San Giovanni è morto un modello. Berlusconi ha rappresentato un modello per 25 anni. Un modello ancorato al popolarismo europeo. Ha cercato di rappresentare l'area liberal del paese. Ieri, con la partecipazione di Berlusconi a San Giovanni, si è consumato un passaggio di consegne. Matteo Salvini ha assunto le redini", spiega Renzi.

"A fronte di questo, è evidente il malessere di chi ha votato Forza Italia, dal campo moderato. Allora dico qui, a coloro che credono nelle idee liberali, di venirci a dare una mano", prosegue Renzi. "Italia Viva - spiega Renzi - è aperta".

"Se abbiamo fatto una nuova casa è perché volevamo un luogo di verità, che stia con il terzo settore, con l'associazionismo, e non con chi fa politica sulla pelle dei bambini", spiega Renzi. 

"La nostra casa ha per simbolo un gabbiano. Ma io ci vedo, in quel simbolo una spunta, come quella di WhatsApp, o anche un'ala, un invito a non restare ancorati ai chiacchiericci", dice Renzi. "In questa casa, vogliamoci bene. Non è buonismo", prosegue, andando verso la chiusura dell'intervento. "Questo luogo è stato paragonato al Papeete, ma questo è un cantiere, una cantera, un luogo da cui ripartire, zaino in spalla, verso una strada in salita. Lo facciamo nella convinzione di scrivere una pagina di speranza per il futuro. Siamo a una svolta, se vogliamo essere presenti - come diceva Aldo Moro - ebbene dobbiamo esserlo per le cose che nascono. Italia Viva è una cosa che nasce e porterà l'Italia nel futuro", conclude Renzi.