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Lavoro, Parente: "Basta, serve ammortizzatore unico"

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L'intervento della parlamentare di Italia Viva.

"Sono passati quasi due mesi da quando abbiamo proposto, con un emendamento al Cura Italia, di fare un Ammortizzatore sociale Unico con una sola causale: Covid 19, mettendo insieme cassa integrazione ordinaria, straordinaria, in deroga, fondi FIS. Non ci hanno ascoltato, hanno bocciato la nostra proposta che avrebbe azzerato la burocrazia e consentito ai lavoratori di ricevere l'assegno in tempo, invece il film che stiamo vedendo è disastroso: le aziende che hanno potuto hanno anticipato di tasca propria gli stipendi ai dipendenti, attingendo a risorse proprie, per tutti gli altri, nulla".

Lo dichiara in una nota la senatrice di Italia Viva Annamaria Parente. "I soldi dovevano arrivare il 16 aprile, e' passato un mese e sono pochissimi i lavoratori che hanno ricevuto l'assegno. Non solo: rischiamo di andare anche peggiorando: nel dl rilancio è previsto che le 18 settimane di cassa integrazione siano spezzate e quindi a giugno le aziende rimarrebbero senza cassa fino a settembre. Questo fatto è gravissimo e va modificato subito perché se un'azienda ha utilizzato tutte le nove settimane, non potendo giustamente licenziare, cosa deve fare per garantire lo stipendio ai suoi dipendenti? Anche un'azienda che riapre non potrebbe utilizzare la cassa neanche per riduzione orario perché si calcola il tetto massimo. Da ultimo: aggiungo che bisogna calcolare le risorse in base al "tiraggio" cioe' le risorse effettivamente spese per calibrare i nuovi interventi", ha spiegato la senatrice.

"Avevo presentato un'interrogazione alla ministra Catalfo il 1 maggio per avere dati certi che mai sono arrivati, e affinché la ministra potesse discutere in trasparenza con il Parlamento sui ritardi e sul caos dell'Inps: in un momento di drammatica incertezza economica e lavorativa non possiamo permetterci questa situazione. Ne va delle vite delle persone oltre che della sopravvivenza delle nostre imprese, del commercio, dei negozi, dei bar e dei ristoranti, che rischiano di non farcela", ha concluso la senatrice Parente.