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La Spezia, Paita: "Nell'area di Vallegrande progettiamo un polo altamente tecnologico"

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Il colloquio pubblicato da "il Secolo XIX", 24 settembre 2021. 

«Mettiamo in piedi un tavolo di approfondimento sul futuro delle aree Enel, togliendo di mezzo le opzioni ridicole come Spezialand». Il futuro per l'area di Vallegrande sarebbe altamente tecnologico. Magari nell'ambito della cyber sicurezza. È quanto immagina Raffaella Paita, deputata spezzina di Italia Viva, per i 72 ettari della centrale di Vallegrande.

Lo stop al carbone, come richiesto da Terna, è dietro l'angolo. «Il primo gennaio 2022 può essere una data storica per la città. Dopo il percorso pasticciato di questi ultimi anni siamo tornati al punto a cui era arrivata l'amministrazione Federici. Abbiamo sprecato tempo a causa di un atteggiamento ambiguo del sindaco Peracchini, sulla riconversione della centrale da carbone a turbogas. Sono contenta che abbia cambiato idea, meglio tardi che mai: io non l'ho cambiata, sono sempre stata contro al turbogas. E nello scenario che si prospetta, con lo stop al carbone nel 2021, la contrarietà è ancor più logica. Se fossi in Peracchini – risponde la deputata - mi impegnerei a mettere insieme un tavolo di approfondimento, togliendo di mezzo opzioni ridicole come Spezialand, che non hanno consistenza e prendono in giro i cittadini. Quelle aree devono tornare pulite e funzionali allo sviluppo del territorio, un territorio che ha dato già troppo in termini di salute e inquinamento. Ma che non ha rinunciato a uno sviluppo industriale che è nella sua storia, che è un orgoglio».

«Sarebbe una scelta strategicamente sbagliata immaginare allora. Dopo la chiusura del carbone una riconversione al turbogas non avrebbe senso né per il fabbisogno complessivo né per lo sviluppo della città. E allora perché non prendere a prestito un`iniziativa sostenuta dall'amministrazione Federici, un tavolo di confronto tra forze sindacali, ambientali, produttive e politiche. Rimettiamo insieme un confronto di idee sul futuro della città» la proposta di Paita. «Quella è la sede naturale di una industria avanzata sotto il profilo dell'innovazione tecnologica. Penso alla cyber sicurezza, al cloud della pubblica amministrazione. Siamo un territorio che storicamente ha lavorato sul tema della sicurezza e tutto questo si è evoluto: oggi può esserci una continuità sui due filoni. E poi le energie alternative, i trasporti elettrici in linea con gli investimenti del Pnrr. Le idee sono tante, bisogna calarle nella nostra realtà, condividerle».

La palla sarà giocata dalla prossima amministrazione: alla Spezia si avvicinano le elezioni del 2022. «Peracchini farà un richiamo alla continuità, probabilmente chiedendo ai cittadini di poter realizzare ciò che ha annunciato in questi 5 anni e che invece non ha concretizzato. Il fronte mare, un project per il nuovo ospedale che non sta in piedi, la riqualificazione urbana». Ribadita la disponibilità di Italia Viva a mettersi in gioco con il fronte del centrosinistra, Paita ricorda le condizioni: si tenga conto dell'area di centro più moderata e si ragioni su nomi «autorevoli e forti, il più possibili civici. Non ci sono condizioni per nomi politici. Mi auguro non prevalga invece l'impostazione data alle elezioni regionali con candidature divisive».

I rumors politici parlano di un tentativo di avvicinamento dell'area di Toti a quella di Italia Viva. «Voci infondate. Invece – conclude Paita – in alcuni piccoli Comuni che vanno al voto, sotto il cappello di liste civiche, si tesse un dialogo tra alcune forze del centrosinistra e l'area di Toti (riferendosi alle amministrative a Borghetto e Brugnato, ndr). Ma conosciamo bene la storia di quegli uomini e di quelle donne. Quelle sono le uniche prove di dialogo che vedo».