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ITS Accademy, Toccafondi: "Migliorare la stabilità del sistema"

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L'intervista pubblicata da "Italia Oggi", 26 ottobre 2021.

Dopo l’approvazione all’unanimità alla Camera lo scorso 20 luglio, è iniziato in questi giorni il cammino in Senato del provvedimento di riforma degli ITS, il sistema di studi terziario professionalizzante che rappresenta la parte più nuova del percorso formativo post diploma in Italia. Nati nel 2010 per formare tecnici superiori in aree strategiche per lo sviluppo, gli ITS, che cambieranno il proprio nome in ITS Academy, sono raggruppati in 110 fondazioni, offrono circa 700 corsi a 18mila ragazzi e rappresentano un’offerta formativa in crescita. A oltre dieci anni dalla fondazione, arriva una riforma e arrivano anche i fondi del PNRR: un miliardo e mezzo in cinque anni, il che significa un aumento vertiginoso, da 50 a quasi 350 milioni all’anno. Quali sono gli aspetti che possono essere migliorati nel passaggio al Senato? Lo abbiamo chiesto, alla Campus Job Week appena conclusasi, a Gabriele Toccafondi, relatore alla Camera della proposta di riforma.

Da dove partire?
Si può e si deve migliorare la stabilità del sistema: vanno trovati criteri di selezione, di accreditamento, gli standard minimi per dare vita a un ITS che funzioni bene. La decisione di stabilire i criteri specifici, quanto personale, con che curriculum, quanti laboratori è stata demandata a un decreto del Ministero dell’Istruzione. È però altrettanto fondamentale non aumentare a dismisura il numero delle fondazioni, bensì creare nuovi corsi, se necessari, se legati a distretti industriali, se richiesti dal tessuto produttivo del territorio, appoggiandosi alle fondazioni già esistenti.

Ci può fare un esempio di come si potrebbe iniziare a utilizzare le nuove risorse?
Una parte dei fondi del PNRR dovrà essere destinata alla costruzione di campus e laboratori. Gli ITS devono avere sedi adeguate, trasformarsi in college, in accademie, in campus didattici e non essere ospitati presso scuole o altre istituzioni.

Attualmente la quota premiale del finanziamento statale e regionale si attesta sul 30%. Sarà mantenuta tale?
Io auspico che si possa valutare, nella discussione in Senato, di portare al 40% e oltre la quota premiale delle risorse assegnate agli ITS in base a determinati parametri, monitorati dal Ministero dell’Istruzione attraverso Indire. Tenendo anche in considerazione il fatto che l’articolo 13 stabilisce già che le risorse saranno date direttamente dal ministero, senza un passaggio regionale, e con una data, il 30 giugno di ogni anno. Il che consentirà a ogni ITS di far partire i corsi con una tempistica certa.

Nodo riconoscibilità. Che cosa fare per migliorare questo aspetto?
Per esempio rendere ancora più incisivo l’articolo 8, che regola il rapporto con gli atenei. Un ragazzo che esce da un ITS e desidera perfezionare il proprio percorso formativo all’università attualmente deve ripartire da zero, o quasi. Dovrebbe invece vedersi riconosciuto un certo numero di esami. Università e ITS non sono in concorrenza, devono dialogare. Così come si può migliorare la denominazione del diploma finale dei corsi ITS, che adesso è un diploma generico di terzo livello. La proposta è che si vada verso un diploma di specializzazione che sia immediatamente riconoscibile per gli imprenditori, per il mondo del lavoro.