Rosato: ín prossímítà del voto discuteremo con gli interessati
Intervista a Ettore Rosato di Leonardo Petrocelli, La Gazzetta del Mezzogiorno, 18 Settembre 2019
Onorevole Ettore Rosato, vicepresidente della Camera e coordinatore dei Comitati renziani di «Ritorno al futuro», tra i principali animatori del nuovo movimento «Italia Viva» dell'ex premier, cosa c'è all'origine di questa operazione?
«Innanzitutto la necessità di un bel pezzo della società italiana, quella che crede in una politica alternativa ai populisti, di vedere la fine delle continue discussioni nel Pd. Abbiamo sentito l'obbligo di lavorare con serenità senza essere sommersi dalle polemiche».
C'è anche da dire che avete messo il cappello su uno spazio politico attualmente senza padroni...
«Non c`è dubbio. Va colmato un vuoto politico che è stato generato da un centrodestra ormai appiattito sulle posizioni della destra sovranista e da un Pd che sposta sempre di più il suo asse a sinistra.
Chi non si ritrova cerca una casa che sia luogo di elaborazione di una politica concreta e riformista».
D'accordo, ma poi ci sono i tatticismi. La vulgata è nota: Renzi ha fatto questa operazione per ricattare il governo e diventare arbitro della situazione. Non è così?
«Assolutamente no. Se avessimo voluto utilizzare l'arma del ricatto saremmo rimasti nel Pd. E invece la chiarezza, in politica, aiuta sempre».
Dunque sarete fedeli al Conte bis?
«Ci esprimeremo con un forte sostegno a questo governo che è chiamato a fare ciò per cui si è impegnato davanti agli italiani. E cioè innanzitutto disinnescare l'aumento dell'Iva, regalo di Salvini».
Se alla Camera il nuovo gruppo si avvia a nascere, al Senato che succede? Utilizzerete il simbolo di altri per formare una compagine?
«Mettiamola così: credo debba prevalere la politica ma sono certo che la presidente Casellati troverà una soluzione rispettosa del regolamento».
Usciamo dall'Aula. Fuori cosa accadrà?
«Il primo appuntamento è la Leopolda che arriva alla decima edizione e sarà l'occasione per lanciare i nostri contenuti: lavoro, famiglia, ambiente, Sud, salute.
E poi c'è una rete che conta già 1300 comitati sparsi su tutto il territorio nazionale a cui, fin da oggi, invitiamo ad aderire per darci una mano».
Bene, ma Renzi ha chiarito che il simbolo di «Italia Viva» non comparirà sulle schede elettorali per almeno un anno, se non nel 2023. E nel frattempo? L'adesione al vostro progetto sarà compatibile con la tessera di altri partiti?
«Mi sembra difficile. Saremo presenti in tutte le competizioni elettorali con il nostro contributo alle liste civiche e a chi si impegna a sostenere il progetto».
Proviamo a tradurre con un esempio. C'è un consigliere regionale pugliese, magari del Pd, che vuole passare con voi e ricandidarsi nel 2020. Che deve fare? Fondare una sua civica? Aderire ad un contenitore che creerete voi?
«Il problema non è al momento sul tappeto. Lanciamo un progetto politico, non un regolamento congressuale».
Sì ma in molte regioni si vota a breve.
«Ci porremo il problema, assolutamente legittimo, con gli interessati quando ci saranno le scadenze opportune.
Mi creda, questa non è una operazione di ceto politico. Non abbiamo contattato nessuno. Anzi, per tutti noi sarebbe stato più comodo rimanere nel Pd».
Chiudiamo su possibili adesioni da Forza Italia. Quale sarà la linea del Piave?
«Noi presentiamo un progetto politico, vediamo chi ci sta. I requisiti di accesso sono tre: compatibilità con il progetto, l'appoggio al governo e un curriculum di vita politica che risulti spendibile».