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Italia Viva e il modello Giani. Danti: "Oppure andiamo da soli"

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Intervista di Luigi Caroppo, "la Nazione", 26 luglio 2022.

«Se le alleanze devono servirci per racimolare tre seggi non ci interessa: le poltrone contano ma le idee contano di più. Noi siamo pronti, in campo, anche da soli»: è il messaggio che Matteo Renzi manda ai suoi. Nicola Danti, europarlamentare e coordinatore toscano di Italia Viva raccoglie e rilancia.

Danti lei e i renziani siete democratici e progressisti?
«Le dirò cosa facciamo che mi sembra più importante. Noi siamo quelli che quando siamo stati al governo abbiamo aumentato le buste paga di buona parte degli italiani di ottanta euro, stanziato miliardi per la lotta alla povertà, investito sul futuro e garantito una legge sulle unioni civili riportando il nostro paese nel terzo millennio. Siamo quelli che, partendo da una posizione di innegabile difficoltà in Parlamento, hanno mandato a casa prima Salvini e poi Conte. Noi siamo quelli che hanno reso possibile il governo Draghi e non hanno mai considerato Conte l'unico punto di riferimento del progressismo italiano. La definizione di ciò che siamo la scelga lei».

E allora siete nel listone aperto del Pd con Speranza, socialisti e Demos...
«Il Pd è ovviamente il player della prossima alleanza di centrosinistra. Noi saremo con chi la pensa come noi su come governare questo paese. Non basta essere contro la destra per poter cementare un'alleanza».

Qualcuno nel Pd non vi vuole dentro, è chiaro, altri, come il senatore Marcucci, ex renziano, vi vogliono bene. Come si trova il punto di equilibrio con i dem?
«Il punto di equilibrio si trova sul programma e sulla proposta politica da offrire agli elettori. Come abbiamo fatto in Toscana con Eugenio Giani ad esempio. Per l'Italia c'è una sola stella polare da seguire: l'agenda Draghi».

Renzi ha diritto, se la coalizione si conferma, a un posto a Firenze. Giusto? E Maria Elena Boschi? Destinata sempre a Bolzano?
«Guardi questo gioco delle caselle non mi affascina, non mi compete e al momento è prematuro. Per quanto riguarda Maria Elena, mi piacerebbe dire che ha diritto alle scuse di chi, anni fa, creò un clima di odio nei suoi confronti basandolo su cose che non erano reali».

Gli analisti politici dicono che il tesoretto di Italia Viva non è da buttare via per la vittoria, un po' come avvenuto per la sfida regionale del 2020.
«Le analisi sono importanti e i segnali che raccogliamo sono di un partito vitale e in crescita. Ma la nostra visione e le nostre idee rappresentano qualcosa di ancora più importante».

In alternativa potete andare al Centro. Con Calenda come va?
«Lo chieda a Carlo che siede all'Europarlamento nel mio stesso gruppo e che sostanzialmente ha la nostra identica visione delle cose: se Renew Europe si presentasse spaccata in Italia sarebbe davvero bizzarro».

La giunta regionale è destinata a cambiare. Come vanno i rapporti con il governatore Giani?
«I rapporti con Eugenio sono buoni. Quando qualcosa non ci torna glielo diciamo apertamente e ci confrontiamo con grande lealtà. La composizione della giunta regionale al momento mi appare come qualcosa di estremamente lontano».