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Isabella Conti: "Il mio progetto per la città"

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Intervista a Isabella Conti, Sindaco di San Lazzaro di Savena
di Francesco Rosano, Corriere di Bologna, 11 luglio 2021 

 

Sindaca Isabella Conti, per il presidente Stefano Bonaccini la sua lista in cantiere per le Amministrative di ottobre, in supporto del centrosinistra e della candidatura di Matteo Lepore, è "una buona notizia" e sarà in grado di allargare il consenso. A chi si rivolgerà?

«Siamo ín una fase di ascolto e valutazione. Per essere credibili e autorevoli non è sufficiente pensare semplicemente a una lista, occorre un progetto politico chiaro, una proposta ambiziosa in grado di intercettare progressisti, riformisti, europeisti, ecologisti e moderati che sentono la necessità di dare un nuovo impulso alla città. Il tema cardine sulla base del quale fare tutte le valutazioni è cosa serve a Bologna. A Bologna servono nuovi sistemi di welfare, una nuova urbanistica, un grande impulso per le imprese e il lavoro, una svolta ambientale da qui al 2050. Oggi poniamo le basi per il futuro della nostra cirtà».

 

Ha parlato di «progetto politico», sta già guardando oltre le elezioni comunali?

«Dobbiamo pensare a un progetto politico che pensi a delle soluzioni per la città, ma che sia in grado di indicare valori e gerarchie di priorità che la trascendano, che non siano orientati solo su Bologna ma diventino un vero progetto che vada oltre questi confini, ponendo temi necessari da affrontare da qui al prossimi anni, non solo perla nostra città. Quando parliamo di nuovi sistemi welfare non parliamo solo di Bologna, così come una svolta ambientalista e un nuovo sistema di casa pubblica sono priorità non solo per questa città».

 

Lei ha deciso di non candidarsi in Consiglio comunale a Bologna per restare a San Lazzaro. Non tenme che senza di lei come capolista gli oltre 10.600 bolognesi che l'hanno votata alle primarie siano meno motivati a votare la lista in arrivo? «lo penso che l'esperienza delle primarie sia stata meravigliosa e si siano sentite coinvolte e motivate moltissime persone. Proprio da quell'esperienza, quell'entusiasmo e quella condivisione di idee, penso si possano mettere a valore competenze ed energie di grande spessore. Prima delle persone e dei destini personali c'è il progetto politico. Più è forte, credibile e autorevole, più le persone vorranno identificarsi a prescindere da chi sarà candidato in lista».

 

Qual è l'obiettivo politico? Tenere al centro la barra della coalizione di centrosinistra?

La domanda è "cosa serve a Bologna?". Noi abbiamo una forte tradizione di sinistra, come dice correttamente Matteo, questa è la città più progressista d'Italia, e abbiamo un Pd che è baricentrico rispetto a una sorta di tridente dove l'altra punta deve essere rappresentata dai riformisti-progressisti, che abbiano un approccio pragmatico e concreto».

 

Le idee però camminano sulle gambe delle persone. E dei candidati. Non le dispiace che i dirigenti del Pd che l'avevano sostenuta ai gazebo del 20 giugno, come gli assessori Alberto Aitini e Marco Lombardo, non abbiano intenzione di candidarsi in una lista extra Pd?

«Siamo la grande famiglia del centrosinistra e loro sono orgogliosamente iscritti al Pd, ci mancherebbe altro. Se immaginiamo il tridente, ha bisogno di tutte le sue punte».

 

Quindi nessun malumore tra di vani?

«E per che cosa? Io cerco di dare una mano al centrosinistra, loro anche».

 

Quale sarà il ruolo dei centristi di Bologna civica Gian Luca Galletti e Giancarlo Toneili, che l'avevano sostenuta alle primarie, in questo progetto politico?

Io auspico che continui il dialogo positivo e propositivo che abbiamo avuto durante l'avventura delle primarie».

 

Nelle scorse settimane, mentre dal Pd arrivavano bordate servo la sua candidatura «renziana», il segretario del Pd Enrico Letta è stato tra i pochi a difendere apertamente lei e le primarie. Vuole ringraziarlo? 

L'ho già fatto privatamente e lo rifaccio volentieri anche pubblicamente».

 

Quando gli è stato chiesto se la immagina in futuro di nuovo nel Pd, Letta ha preferito glissare per non rovinare «questo momento perfetto». Lei che dice?

«Che non voglio rovinarlo nemmeno io»