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Intervista a Tommaso Pellegrino: «Campagna di prevenzione con il Passaporto ematico»

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Intervista a Tommaso Pellegrino per Il Mattino del 9-12-2023

 

«Attraverso lo sport si può realizzare la più grande campagna di prevenzione in Italia».

E questo l'obiettivo del chirurgo oncologo del Policlinico Federico II Tommaso Pellegrino, consigliere regionale e capogruppo di Italia Viva, firmatario della proposta di legge per l'applicazione del Passaporto ematico per gli atleti under 18.

«Lo spunto è nelle notizie di cronaca che riferiscono continuamente di casi di giovani atleti che muoiono durante attività sportive. Dal 2012 ad oggi sono scomparsi in Italia 592 under 30, uno ogni quattro giorni, pur avendo eseguito normali test di routine».

In Campania, a Castellabate, c'è la Fondazione Fioravante Polito che porta avanti da anni il progetto del Passaporto ematico.

«Quello di Davide Polito e dei suoi collaboratori è un lavoro importante, partito dopo la drammatica scomparsa di giovani atleti come Andrea Fortunato e Piermario Morosini».

Quali dati contiene il Passaporto e come attuare questa sua proposta di legge?

«L'ho presentata a fine novembre e adesso bisogna aspettare i tempi tecnici, con la discussione in Commissione Sanità. Il Passaporto prevede una serie di esami del sangue, da effettuare una volta all'anno, per poter individuare
eventuali malattie, gravi o meno. Questi test sarebbero effettuati su atleti under 18 e l'obiettivo sono screening gratuiti per tale fascia di età. La Regione Campania sarebbe la prima ad adottare il Passaporto in Italia. C'è da considerare che tanti ragazzi arrivano a una certa età, se non hanno qualche patologia, senza aver effettuato esami approfonditi. La platea molto ampia dei giovani che praticano attività sportiva consentirebbe di avviare la più grande campagna di prevenzione nel Paese. Ci auguriamo che questo possa essere uno stimolo per la legge nazionale».

Il successivo passo quale sarebbe?

«Certamente il coinvolgimento del Coni e delle federazioni sportive. C'è grande attenzione verso questo delicato tema che riguarda milioni di atleti in Italia. Ritengo che il Passaporto sia un segno di civiltà e di responsabilità per l'intera società perché lo sport deve essere sano e non più accompagnato dai drammatici episodi che si sono verificati negli ultimi anni, sui campi sportivi o fuori, come quello che 28 anni riguardò il giovane Fortunato, calciatore della Nazionale e della Juventus che scoprì di essere gravemente ammalato nel migliore momento della sua carriera».