L'intervista a Raffaella Paita per Repubblica Genova
di Alberto Bruzzone
«È stato un congresso delle idee, una prova di maturità da parte nostra. Siamo sempre più un partito che punta al radicamento territoriale, che sceglie un percorsa democratico e che non ha paura di fare scelte coraggiose, come quella di sostenere Marco Bucci a Genova». Raffaella Paita, senatrice ligure di Italia Viva e coordinatrice nazionale, parla all'indomani dei congressi regionali, provinciali e di area metropolitana che hanno eletto i vari rappresentanti sul territorio. In Liguria il riferimento regionale sarà Eugenio Musso. Per le province: Davide Falteri a Genova, Antonella Franciosi alla Spezia, Matteo Calcagno a Savona e Davide Ferrari a Imperia. Per l'area metropolitana di Genova: Irene Tesini, che ha superato Giancarlo Moreschi.
«Hanno votato oltre quindicimila persone, un bel risultato. Anche Matteo Renzi si è sottoposto al voto ed è stato riconfermato con grande forza».
Le nomine e la territorialità: una base in vista dei prossimi appuntamenti. A cosa guardate?
«Anzitutto, guardiamo alle prossime Europee. Noi ci giochiamo una partita importante, all'interno della famiglia di Renew Europe. Ribadiamo le nostre convinzioni europeiste: l'Europa ha un ruolo chiave, ma non possiamo dirci soddisfatti sul protagonismo in merito alle vicende geopolitiche in atto, all'immigrazione, ai cambiamenti climatici. Bisogna dare all'Europa una sveglia. L'altro tema è isolare sempre di più i sovranisti».
Con Carlo Calenda non ci sono stati più avvicinamenti?
«Calenda ha sfasciato il progetto del Terzo Polo e in Liguria anche quello diAzione. A Genova ha perso due consiglieri per recuperarne uno. Ha rinnegato anche il sostegno a Bucci. La Liguria è il paradigma del continuo cambiare opinione da parte di Calenda. Anche perle Europee ha detto che non vuole fare le liste unitarie: ci pare sbagliato e irresponsabile. Noi non abbiamo problemi a stare insieme ad Azione alle Europee, ma se lui confermerà il no è chiaro che ci saranno valutazioni politiche da fare».
Voi che posizione terrete?
«Andiamo avanti con il progetto del grande centro, che è una casa aperta e giocherà un ruolo centrale, certamente alternativo rispetto a un Pd schiacciato sulle posizioni di Schlein, Conte e Landini».
Si parla sempre più di un rimpasto dentro alla Giunta Bucci, le risulta?
«Non ho mai affrontato questo tema con il sindaco, e gli ribadisco la fiducia. Ha diritto di scegliere con autonomia la squadra con cui guidare la città. Non voglio dare la sensazione di essere una persona acritica, ma se in città arriva qualcuno che manca da dieci anni, si potrà subito rendere conto dei cambiamenti. Alcuni sono pure partiti con il centrosinistra, ma poi si sono sbloccati con Bucci. È un sindaco che ce la mette tutta».
Elezioni Regionali, presto per parlarne?
«Valuteremo in futuro. Una cosa è certa: non abbiamo niente a che fare con Luca Pastorino e Cofferati e con un modello di centrosinistra che sembra un campo da gioco fatto per perdere in partenza».
Potreste sostenere Toti? «Non ho mai risparmiato critiche a Toti, specie sulle politiche sanitarie. È il Pd, semmai, che ci fa gli accordi. Dico solo che noi di Italia Viva valuteremo in futuro. Ma abbiamo le idee chiarissime ».