Italia Viva ha presentato un'interpellanza al ministero della Difesa sulla vicenda della trattativa per la vendita di armi alla Colombia, a firma del deputato Roberto Giachetti. Con l'interpellanza, si chiede chiarezza in merito al coinvolgimento di Massimo D'Alema nelle trattative con il governo colombiano per la compravendita di armamenti, eventualmente anche tramite lo studio legale Robert Allen Law. Qui di seguito il testo dell'interpellanza, 23 marzo 2022.
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della Difesa - Per sapere
- premesso che: secondo organi di stampa, l’ex Presidente del Consiglio D’Alema avrebbe mediato per una commessa di interesse per la Colombia, Fincantieri e Leonardo; contattati dagli organi stampa, sia Fincantieri che Leonardo negano l’affidamento di alcuna mediazione a D’Alema e ne riconducono l’attività a una “fase esplorativa”, nonostante "la Repubblica" del 2 marzo affermi di aver verificato la quasi formalizzazione di tale affidamento; le trattative sarebbero durate circa sei mesi, riguardando l’acquisto, da parte della Colombia, di quattro corvette, due sommergibili e ventiquattro caccia militari M-346 delle predette società, per complessivi 4 miliardi; dalla vicenda emerge il ruolo di primo piano di D’Alema all’interno dell’operazione, quale intermediario tra il Ministero della difesa colombiano e le due società; rappresentato dallo studio Robert Allen Law di Miami, D’Alema si sarebbe attivato per la conclusione della compravendita, sfruttando la propria rete di contatti e operando come “interlocutore privilegiato”; il Sottosegretario Mulè riferisce di un contatto con l’ambasciatrice colombiana in Italia a metà febbraio, che gli rappresentava l’irritualità dell’interessamento di D’Alema, presentatosi come rappresentante della Leonardo ai fini delle trattative; ne seguiva l’avvio di una verifica ministeriale sui rapporti tra suddette società e Colombia, anche perché, per la commessa in questione, le vie istituzionali risultavano avviate già da fine 2021; gli intermediari colombiani rispondevano inviando a Fincantieri e Leonardo un report sulle operazioni, dal quale si evincono contatti, dell’ottobre 2021, con “autorevoli figure del panorama politico nazionale [italiano]”, che avrebbero offerto ragguagli sulle modalità da adottare per concludere l’affare; in tali interlocuzioni D’Alema ricordava come a tutti loro sarebbe spettata una provvigione di 80 milioni, da ripartire, e che egli erano l’unico in grado di “ga-ran-ti-re la firma del contratto”, ma anche che il pagamento sarebbe stato effettuato tramite il predetto studio Robert Allen Law, come compenso per attività di consulenza, sfruttando così il segreto professionale previsto dalla normativa statunitense per tali transazione; in data 8 febbraio 2022 si sarebbe dovuta tenere una video-chiamata tra i vertici della Leonardo, Fincantieri, Robert Allen Law, Ministro della difesa e D'Alema, organizzata tramite email dall’Ufficio di Presidenza colombiano, nella quale si dà conto della natura dell’incontro e della partecipazione di D’Alema; detto incontro e il preliminare d'acquisto (firmato) tra Fincantieri e Ministero della difesa colombiano e lo studio Robert Allen Law (mostrato da una nota trasmissione televisiva italiana) già dimostrerebbero il coinvolgimento di D’Alema; tra gli intermediari colombiani figura anche Edgar-Ignacio Fierro-Flores («Don Antonio»), ex comandante di un gruppo paramilitare di destra coinvolto nel narcotraffico, già condannato a 40 anni di carcere per vari reati e omicidi; il 10 febbraio, in una video conferenza, D’Alema propone di organizzare un incontro con rappresentanti del Governo italiano, ma anche di sopperire egli stesso all’eventuale mancanza del Ministro, per rassicurare l’ambasciatrice; D’Alema diffidava poi gli intermediari colombiani dal creare canali paralleli di trattativa per evitare “interferenze” e far passare l’operazione per la sua persona (poiché “in Italia non è il governo che vende”), rassicurando sul buon esito dell’operazione e vantandosi di aver portato la provvigione a 80 milioni, ma anche ricordando la necessità di concludere rapidamente per scongiurare il cambio dei vertici di Leonardo e Fincantieri; il 21 marzo, nel corso di altra nota trasmissione televisiva, viene mostrato un “contratto di supporto e assistenza per la promozione delle vendite”, all’audit della Leonardo, indirizzata alla Robert Allen Law e che prevede una success fee del 2%, corrispondente a quanto promesso da D’Alema agli intermediari colombiani; contattato, D’Alema conferma l’entità della provvigione, ma nega qualsiasi attività di mediazione, pur lamentando che se la trattativa si è conclusa negativamente è perché “evidentemente a qualcuno dava fastidio”; D’Alema non risulta avere ruoli in Fincantieri e Leonardo, nonostante rapporti con dette società siano confermati, oltre che dall’intera vicenda, anche dal suo commercialista e dal fatto che egli stesso afferma la volontà di concludere la commessa colombiana “come fatto per Fincantieri in Indonesia”, la collaborazione con le due partecipate italiane si evincerebbe anche dalla email che D’Alema riceve il 15 dicembre 2021 da Dario Marfè (Leonardo), cui è allegata una brochure su prodotti offerti dalla società, che si chiude con il riferimento al “tema degli M-346”, cioè allo stesso modello di velivoli oggetto della trattativa;
se i fatti esposti in premesse siano stati oggetto di verifica; se i vertici di Fincantieri e Leonardo, e segnatamente i rispettivi presidenti e amministratori delegati, fossero a conoscenza del coinvolgimento di D’Alema nelle trattative con il governo colombiano per la compravendita di armamenti in premessa, eventualmente anche tramite studio legale Robert Allen Law; se D’Alema sia stato autorizzato da Fincantieri e/o Leonardo - e specificamente da quali soggetti nell’ ambito delle predette società - a svolgere per le predette società, a qualsiasi titolo, attività di mediazione, intermediazione, supporto o consulenza nell’ambito delle trattative con il governo colombiano di cui in premessa.