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Ilva, gli emendamenti presentati da Italia Viva

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Focus sull'Ilva: i nostri emendamenti

Sono dedicati all'Ilva gli emendamenti presentati da noi di Italia Viva al dl fiscale: articolo 4, per la parte che riguarda la burocrazia alle imprese, e articolo 39 sui reati tributari, accelerazione dei fabbisogni standard per i comuni, sostegno al settore agricolo, semplificazioni fiscali, blocco aliquote locali.

Come hanno spiegato diverse testate, tra cui la "Gazzetta del Sud", abbiamo presentato un emendamento al decreto fiscale, riproponendo due diversi "scudi" penali: uno generale per tutte le imprese, l'altro specifico per l'Iva.

La nostra proposta ha l'effetto di ripristinare lo scudo penale per ArcelorMittal, spiega "la Repubblica", ovvero quello che metteva al riparo i manager dai processi per quel che concerne l'attività di esecuzione del piano ambientale dell'acciaieria tarantina. Una protezione che, venuta meno, ha consentito alla multinazionale di fare il suo clamoroso dietrofront da Taranto, chiedendo di recedere dal contratto con il quale si era aggiudicata l'acciaieria.

Nel pacchetto delle nostre proposte, ci sono poi misure correttive che riguardano l'articolo 4, che impone una non necessaria ulteriore burocrazia alle imprese, il 39 sui reati tributari, l'accelerazione dei fabbisogni standard per i comuni, il sostegno al settore agricolo, le semplificazioni fiscali, il blocco delle aliquote locali.

Frattanto, a Taranto, come spiega la "Gazzetta del Sud", la società ha avviato il "piano di ordinata sospensione di tutte le attività produttive a cominciare dall'area a caldo" annunciato dall'ad Lucia Morselli. Un piano di spegnimento che, se portato a termine, creerebbe danni all'Ilva e alla proprietà, qualunque essa fosse, privata o no. Ed è stato sospeso a Taranto, fanno sapere i lavoratori, lo scarico delle materie prime destinate allo stabilimento. Mentre bloccare il piano di spegnimento è ormai il primo obiettivo contenuto nel ricorso cautelare d'urgenza preparato dagli avvocati del Commissari Straordinari, spiega il quotidiano, inizia a circolare l'ipotesi di una cassa integrazione temporanea per 2.500 lavoratori.