Matteo Renzi

I chiarimenti di Matteo Renzi sulla casa: "tutto regolare, tracciato e trasparente"

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Nel tardo pomeriggio, con una conferenza stampa, Matteo Renzi è intervenuto per chiarire la vicenda relativa alla sua abitazione, in seguito all'inchiesta pubblicata dal settimanale "l'Espresso".

"Non ho problemi ad essere trasparente su tutti i fatti miei. Io sono un libro aperto: male non fare, paura non avere": nel tardo pomeriggio, Matteo Renzi è intervenuto anche con un post Facebook e una diretta video da Fontenallato, in provincia di Parma - dove si trovava in visita per conoscere la realtà locale imprenditoriale - in cui ha voluto chiarire anche i dettagli relativi all'acquisto della sua abitazione, a Firenze, in seguito alla pubblicazione di una inchiesta, da parte del settimanale "l'Espresso", che mette in relazione la casa stessa con fondi provenienti dalla Fondazione Open.

"Venendo alla vicenda di casa mia: non c’entra niente con la fondazione", ha spiegato Renzi. "Ho comprato casa a Firenze per 1.300.000 euro e ho venduto la mia casa di Pontassieve per 830.000 euro. Prima che si perfezionasse la vendita - in attesa di avere la disponibilità finanziaria - ho chiesto un prestito nel giugno 2018 a una conoscente, prestito che ho prontamente restituito nel novembre dello stesso anno", ha proseguito Renzi, fornendo ogni dettagli sulla compravendita.

"Un prestito personale - ha spiegato Renzi - con sottoscrizione di una scrittura privata: una cosa del tutto legittima e ineccepibile. Prestito restituito in meno di cinque mesi. Ovviamente tutto tracciato con bonifico. Ho poi acceso un mutuo di 1.000.000 di euro che sto pagando con la mia indennità parlamentare".

"Per completare le informazioni: grazie ai proventi personali regolarmente registrati ho dichiarato 830.000 euro nel 2018 e dichiarerò oltre 1.000.000 euro nel 2019. Nel 2019 ho pagato per adesso circa mezzo milione di euro di tasse. Questo per rispondere a chi dice che vivo di politica", ha sottolineato Renzi.

"Mi stupisce - ha commentato Renzi - che davanti a una mia legittima domanda politica la reazione sia far trapelare una notizia che non avrebbe dovuto essere pubblica. Ma io non ho niente da nascondere. E soprattutto non ho paura di niente e di nessuno".

"Ora che ho chiarito tutti i miei dati economici personali, che NIENTE hanno a che vedere con la Fondazione Open, posso ripetere la domanda: chi decide in Italia che cosa è un partito e cosa no? Vi rendete conto che c’è una invasione di campo oppure no? Chi fonda i partiti: i politici o i magistrati?", ha concluso Renzi, nel suo post Facebook.

"Mi sento oggetto di attenzioni speciali da parte di alcuni magistrati. Un tempo i magistrati della procura di Firenze cercavano il mostro di Scandicci, non vorrei che avessero adesso fatto confusione con il senatore di Scandicci", ha - inoltre - sottolineato Renzi, durante la sua video-conferenza stampa. Matteo Renzi ha, infine, ribadito la sua piena fiducia nel lavoro della magistratura e ha annunciato azione legale nei riguardi del settimanale "l'Espresso".

Intanto, sui social il sostegno è vibrante: l'hashtag #perquisiteancheme sta rapidamente scalando i trend topic di Twitter.

È possibile rivedere la video-conferenza odierna a questo link oppure qui di seguito.