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Sandro Gozi, videoconferenza con Matteo Ciacci: "I recovery bond per uscire dalla crisi"

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L'intervento dell'europerlamentare, riportato da "la Serenissima", 20 aprile 2020.

I recovery bond, il piano comunitario per la ripartenza da Covid-19 e gli scenari per la Repubblica di San Marino. Sono questi gli argomenti affrontati da Matteo Ciacci, consigliere di Libera, e Sandro Gozi in una videoconferenza pubblicata ieri sulla pagina Facebook della lista di opposizione. Gozi è un politico italiano, già sottosegretario agli Affari Europei nel governo Renzi e nel governo Gentiloni. In Francia è stato per alcuni mesi consulente agli Affari Europei dal governo Philippe II. Dal 12 febbraio scorso è deputato di En Marche al Parlamento europeo, nel gruppo Renew Europe.

EUROBOND - "Sono stato uno dei negoziatori di recovery bond, è mia l'idea di chiamarli così. Ci abbiamo lavorato per un mese e mezzo. La nostra proposta è stata approvata da un'ampia maggioranza nell'Unione europea. La questione che ci siamo posti e ci poniamo tuttora è la seguente: quali risorse mobilitare per far fronte alla crisi economica sociale-sanitaria, come utilizzare le risorse che esistono e come creare nuove risorse. Dobbiamo guardare al mondo di oggi e di domani, uscire dagli schemi e dalle contrapposizioni che hanno caratterizzato una crisi finanziaria. Abbiamo detto che non possiamo certamente con le risorse che abbiamo: dobbiamo usarle bene, ma ce ne servono di nuove. Non possiamo neppure chiedere di tornare ai dibattiti precedenti. Io sono favorevolissimo agli eurobond: in un'unione politica, con un bilancio comune e investimenti comuni, certamente anche tutto il debito, o almeno in parte, viene messo in comune. Il problema è che se si parla ora di eurobond, come è stato fatto eccessivamente e superficialmente in Italia, si dice che i contribuenti olandesi e tedeschi si mettano a pagare il debito italiano e francese. La risposta è assolutamente no. Cerchiamo di chiudere i discorsi legati al passato, nessuno chiede ai contribuenti olandesi e tedeschi di pagare in più per la crisi e per il fatto che l'Italia, la Francia e la Spagna siano state colpite più duramente rispetto ad altri Paesi. Ogni Paese continuerà a pagare il suo debito, ma si fa debito comune europeo per il futuro sulla base di un bilancio, quello dell'Unione europea che è già lì. Abbiamo bisogno di finanziare un grande piano di rilancio economico europeo, abbiamo bisogno di finanziare nuovi investimenti comuni europei e sostenere gli Stati più colpiti dal virus. Abbiamo valutato insieme quali possono essere le garanzie a nostra disposizione per emettere obbligazioni che vanno sui mercati e trovano lì le risorse necessarie per finanziare il piano di investimento europeo. Per la nostra proposta, come minimo, i recovery bond dovranno produrre altri 500 miliardi di euro, ma pensa che si possa arrivare a oltre i 1.000 miliardi di euro di risorse nuove. Ai leader europei, se vogliono davvero trovare una soluzione, basta solo prendere la nostra proposta, applicarla e rendere tutti felici e contenti", ha dichiarato Gozi.

MES — "L'Unione europea ha già messo a disposizione 1.700 miliardi di euro per supportare cittadini, imprese e governi: programmi della Bce arriviamo a oltre 1.000 miliardi di euro; 100 miliardi di euro per la Cassa integrazione europea; 37 miliardi di euro per i fondi regionali con modalità molto semplificate e 240 miliardi di euro di investimenti per le piccole e medie imprese. Il Mes, che non è più quello del 2010, mette a disposizione degli Stati 240 miliardi di euro per la crisi del coronavirus, ma solo per investimenti in ambito sanitario. Sul tavolo dell'Italia sono già presenti 36 miliardi di euro: mi auguro che non li rifiuti. A tutto questo vanno aggiunti almeno 500 miliardi di euro di recovery bond per arrivare a oltre 2.200-2.700 miliardi di euro", ha asserito l'europarlamentare.

SAN MARINO — "La via maestra è quella che hanno scelto i sammarinesi nel momento in cui hanno optato per associarsi all'Unione europea. Auspico che vengano ripresi i negoziati al più presto perché l'Accordo di associazione deve portare San Marino a fare parte pienamente del mercato unico e ad accedere alla liquidità della Banca centrale europea. Anche San Marino avrebbe potuto beneficiare del piano della Bce, basato sull'acquisto dei titoli di Stato in cambio di miliardi di euro, se fosse andato avanti il negoziato per far entrare in vigore l'Accordo di associazione", ha infine affermato Sandro Gozi.