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Gozi e Canfin: "Una legge anti-spreco per un'Europa ecologica e sovrana a economia circolare"

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L'intervento di Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo e di Pascal Canfin, eurodeputato di Renew Europe e presidente della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, pubblicato da "MF", 28 gennaio 2022.

L'Unione Europea si è posta l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e diventare un leader globale nello sviluppo dell'economia sostenibile e circolare. Un obiettivo ambizioso, per il quale è necessaria una forte accelerazione verso la transizione ecologica e digitale. Il mercato unico gioca un ruolo centrale in questa strategia.

L'invito, rivolto a tutti gli attori pubblici e privati, è quello di raccogliere questa sfida strategica e promuovere le seguenti proposte del Parlamento europeo per permetterci di andare oltre, più velocemente.

1) L'introduzione a livello europeo di una legge anti-spreco per un'economia circolare, sul modello di quella entrata in vigore in Francia dal 1° gennaio 2021 è uno dei primi passi da compiere. Essa prevede una maggiore lotta contro l'obsolescenza programmata e una migliore informazione dei cittadini, in particolare attraverso la creazione di un indice di durata e riparabilità per tutti i nostri apparecchi elettrici ed elettronici. Riparare invece di buttare via. Oggi, il Parlamento europeo chiede l'estensione di questo indice di sostenibilità a tutta l'Unione e propone mezzi ambiziosi per velocizzare la transizione ecologica e digitale e fare dell'Europa un leader nella crescita sostenibile.

2) L'informazione su prodotti e servizi deve essere più trasparente, in modo che i cittadini capiscano quali sono i prodotti più ecologici. Il diritto all'informazione deve essere generalizzato per permettere un accesso chiaro e libero alle informazioni sulla riparazione e la manutenzione dei prodotti. Tutti hanno il diritto di sapere cosa comprano. L'implementazione dell'indice di sostenibilità a livello europeo sarebbe auspicabile per raggiungere questo obiettivo e per combattere risolutamente l'obsolescenza programmata.

3) Il monitoraggio del ciclo di vita dei prodotti potrebbe essere rafforzato con l'introduzione di un passaporto digitale del prodotto che conterrebbe informazioni sull`ecodesign, la riparabilità e l'impronta sociale e ambientale della catena di produzione. Bisogna ricordare che oggi l'80% dell'impatto ambientale dei prodotti avviene durante la fase di produzione. L'obiettivo finale di questo passaporto di prodotto sarà quello di stabilire livelli minimi di prestazione ambientale da raggiungere per entrare nel mercato unico. Questo è già il caso nel quadro della direttiva sulle batterie, un oggetto industriale chiave della transizione ecologica, che stiamo negoziando. Tra qualche anno, le batterie prodotte in condizioni ambientali degradate non potranno più entrare nel mercato unico.

4) È essenziale rafforzare il controllo dei prodotti importati. Ci sono ancora troppi esempi di prodotti provenienti da Paesi terzi che vengono venduti sul mercato unico europeo senza essere conformi alle norme ambientali europee. Questa situazione è ingiusta per le nostre aziende. Per questo ci stiamo battendo al Parlamento europeo per rafforzare le risorse doganali, ma anche per mettere in atto nuove regole del gioco come la prima legge al mondo contro la deforestazione importata o le clausole speculari per proteggere i nostri agricoltori dalla concorrenza sleale legata al fatto che i prodotti fabbricati con pesticidi vietati nei nostri Paesi continuano a entrare nel mercato unico.

5) Per proteggere e sostenere le imprese europee e l'innovazione, dobbiamo intensificare e perpetuare i nostri investimenti nell'economia circolare e sostenibile. A tal fine, oltre ai cambiamenti legislativi che stiamo facendo nell'ambito del Green Deal e la riforma del Patto di stabilità e crescita che abbiamo appena iniziato a negoziare per dare impulso agli investimenti verdi, gli appalti pubblici sono una leva d'azione fondamentale. Il diritto europeo permette già di includere clausole ambientali e sociali nei contratti pubblici. Ma purtroppo le pratiche sono ancora troppo conservatrici e non abbastanza diffuse. Ecco perché siamo favorevoli a rendere obbligatorie queste clausole nell'ambito di una revisione del codice europeo degli appalti pubblici, che noi chiediamo.

Dobbiamo cogliere l'occasione del semestre di presidenza francese dell'Unione europea che si è appena avviato per portare avanti queste proposte essenziali per costruire una comunità davvero ecologica e sostenibile. Il mercato unico, il secondo mercato più grande del mondo, è una risorsa importante per costruire un'Europa sovrana. È su questa scala che possiamo riprendere il controllo della globalizzazione e vincere la battaglia per il clima e le risorse.