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Sandro Gozi: "Un fondo europeo per turismo e cultura"

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L'intervento pubblicato da "il Corriere di Romagna", 30 aprile 2020.

La crisi sanitaria colpisce al cuore il turismo più di ogni altro settore economico. Il Covid-19 è annullamento del viaggio, distanziamento, isolamento, chiusura. Il turismo è incontro, assembramento, apertura, abbraccio: non poteva incontrare un nemico peggiore. I motori che spingono i valori fondanti del turismo sono spenti. E quando si riaccenderanno avranno giri più deboli. Per un bel po' di tempo. E un grande problema economico, ma è ancor di più un grande problema culturale, identitario, esistenziale. Sono in discussione i principi e i valori della civiltà europea ed occidentale.

La libertà di movimento, il congiungimento sociale, la nostra relazione con la bellezza dellanatura e della cultura e del genio umano. Cosa sarebbe l'Europa senza la possibilità di donare al mondo l'incontro, in modo adeguato, con servizi all'altezza, con l'arte, la storia, il cibo e con il suo mare, le spiagge, i monti. E cosa sarebbe di luoghi che vivono prevalentemente di turismo? Non possiamo anziamento dall'essenza di ciò che siamo, dai nostri valori più profondi. Dalla bellezza. L'Europa sta dimostrando di aver compreso il momento storico.

Le iniziative della Bce, il fondo Sure per la cassa integrazione europea, il Mes senza condizioni per sostenere i sistemi sanitari, i fondi Bei per le imprese, i Recovery Bond, sono risposte essenziali per superare l'emergenza e proiettarci nel nuovo mondo che verrà. Per governarlo. Sono un abbraccio fra popoli che non vogliono cedere agli egoismi nazionali e ai veleni del sovranismo. Come è già tragicamente successo e come potrebbe ancora succedere, se non fortifichiamo uno spirito europeo che affondi le radici sui valori del nostro stile di vita.

Ma ancor più allora, abbiamo bisogno di sostenere i luoghi e le opere che segnano il nostro modo di vivere. Tutto va riorganizzato, le spiagge, le strutture ricettive, i musei, le città. Tutto deve poter essere fruibile in sicurezza. Per questo è ASSOLUTAMENTE necessario prevedere un PIANO EUROPEO PER IL TURISMO, all'interno dei NUOVI RECOVERY BOND. Ed è di grande interesse l'idea, che sta maturando in Europa, di un PASSAPORTO PER IL TURISMO EUROPEO, UNA CERTIFICAZIONE CV19 per i TURISTI. Per viaggiare insicurezza. Un FONDO per sostenere grandi investimenti e per portare nel nuovo mondo la nostra industria turistica e culturale.

Con modelli organizzativi nuovi e strutture più adeguate e nuove tecnologie, capaci di ribaltare il paradigma sicurezza-insicurezza. Anche per poter affermare che i luoghi dell'incontro e del viaggio sono sicuri, su ogni piano: igienico, sanitario, ambientale, strutturale. Per sfidare i mostri, le paure. In sicurezza. Insomma, il turismo e la cultura devono rivendicare un ruolo esistenziale e di collante identitario in Europa. E, insieme, la considerazione di essere una grande industria, che in molte aree turistiche non è rappresentata soltanto da grandi catene alberghiere o player mondiali. Spesso, infatti, dietro le figure degli operatori vive una realtà sociale diffusa, fatta di imprenditori, di donne e di uomini, che hanno un rapporto fa miliare con il loro hotel, il loro ristorante, le loro attività.

I Recovery Bond per il Turismo devono essere finanziati dal Bilancio Ue e devono essere veri e propri sussidi alle attività e non più prestiti. Con i Recovery Bond, complessivamente, dobbiamo investire almeno il 5-10% del Pil europeo, mobilitando tra i 700 e 1000 miliardi di curo da immettere in un ecosistema che nel suo insieme contribuisce tra il 10 e l'11% del PIL dell'UE, rappresenta il 12% dell'occupazione nell'UE ed è composto da quasi 3 milioni di aziende. Una parte, considerevole, di questo sostegno deve andare al rilando del turismo europeo.

In particolare, come hanno sostenuto il Commissario UE al Mercato unico e turismo, Thierry Breton e i ministri del turismo, dobbiamo sfruttare l'opportunità, in questa triste congiuntura storica, per reinventare il settore turistico europeo in maniera sostenibile, digitale e resiliente.

L'Europa rappresentava fino a ieri il 50% del mercato turistico mondiale in termini di arrivi, dobbiamo agire subito per manterla destinazione leader a livello mondiale in termini di valore, qualità e innovazione. Scommettiamo sull'Europa, scommettiamo sul turismo.