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Gozi: "Stop alle importazioni di gas. Aiuti contro l'impatto delle sanzioni"

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Intervista di Gigi Di Fiore, "il Mattino", 6 aprile 2022.

Già deputato e sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi è europarlamentare eletto in Francia nella lista di Renew Europe, nonché segretario del Partito democratico europeo.

Onorevole Gozi, come nasce la lettera sulla guerra in Ucraina inviata alla Commissione europea. che ha firmato con oltre 200 europarlamentari?
«È innanzitutto una presa d'atto sulla gravità di quanto sta accadendo in Ucraina. Siamo di fronte a una situazione sempre più drammatica, in costante aumento. Non ho elementi per poter affermare con certezza che quello cui assistiamo siano crimini di guerra, questo lo accerterà l'indagine della Corte penale internazionale. ma le immagini di Bucha e dei massacri di civili sono davvero preoccupanti».

Quali sono gli obiettivi della lettera che avete inviato?
«È un'iniziativa politica. Abbiamo voluto dare una spinta alle sanzioni, per farle diventare più incisive toccando forniture strategiche di grande impatto economico come quelle del gas e del carbone. Abbiamo sollecitato il blocco di quelle importazioni, per colpire la parte più rilevante dei guadagni commerciali russi. Alla lettera, dobbiamo far seguire atti istituzionali da portare all'esame dell'intero Parlamento europeo».

Cosa pensa si debba ancora fare sulle sanzioni alla Russia. oltre ad estenderle al gas calle materie energetiche?
«Credo sia necessari o mettere insieme due questioni. Chiediamoci che costi stanno pagando, in termini di sacrifici, vite umane, distruzioni, gli ucraini nel difendere i valori di democrazia e libertà cioè i nostri valori. E chiediamoci quanto siamo disposti a fare noi europei, escludendo naturalmente un ingresso in guerra della Nato che risulterebbe devastante, in termini di costi per sostenere quegli stessi valori. La risposta non possono essere che le sanzioni da rendere sempre più estese e penalizzanti per la Russia».

Estendendo le sanzioni alle materie energetiche russe, l'Europa non subirà troppi sacrifici economici?
«Senza dubbio, ma queste conseguenze rientrano nel ragionamento dei sacrifici per la difesa dei valori europei di democrazia. Per questo. credo che, con le sanzioni, l'Europa debba studiare interventi per aiutare le imprese e le famiglie a sopportare questi sacrifici».

In che modo?
«Abbiamo alcuni strumenti economici da poter utilizzare. Penso a interventi sul Recovery Plan, o l'individuazione di riserve nel bilancio europeo, o ancora sostegni di solidarietà in alcuni settori come è stato fatto in occasione della Brexit. Dobbiamo mutualizzare i costi e abbiamo strumenti da affiancare alle sanzioni, che sono elementi di un'unica azione diplomatica sulla guerra in Ucraina».

Dopo la lettera, quindi, spingerete il Parlamento europeo a studiare la possibilità di questi interventi?
«Si, è stata importante e ha dimostrato una ammirevole sensibilità e partecipazione politica la visita a Kiev della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Ma ora dobbiamo andare avanti, con l'aggravamento delle sanzioni insieme a misure di sostegno nei Paesi destinati a subirne i contraccolpi economici».

Pensa che siano utili le iniziative diplomatiche del presidente Macron con il presidente Putin?
«Sicuramente. Le sanzioni sono strumento di pressione diplomatica e i colloqui ne sono un altro aspetto. Il presidente Macron ha incontrato Putin a Mosca, con opportune iniziative di dialogo. I colloqui sano strumento di diplomazia e Macron se ne è assunto i rischi a nome dell'intera Europa. I colloqui vanno cercati in ogni modo: se oggi Kissinger per questa crisi volesse chiarnare l'Europa, dovrebbe comporre il numero dell'Eliseo».