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Gozi: Riformare l'UE per l'unificazione

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Intervista a Sandro Gozi per Il Riformista, 23 novembre 2023

di Alessio De Giorgi

Alla fine ce l`ha fatta: il Parlamento ha approvato la proposta di revisione dei trattati, che cambierebbe radicalmente le modalità di funzionamento dell`UE e renderebbe, secondo i più, "percorribile" l`allargamento ai nuovi Paesi candidati, Ucraina e Moldavia in testa. Secondo la proposta predisposta da cinque relatori dei partiti della coalizione "Ursula", aumenterebbe significativamente il numero di decisioni prese in seno al Consiglio a maggioranza qualificata invece che all`unanimità, verrebbe rivista la composizione e il modo in cui viene eletta la Commissione, il Parlamento avrebbe finalmente un diritto pieno di iniziativa legislativa, prevede "un`unione di difesa" che comprenda anche unità militari europee e c`è la possibilità di indire referendum europei. Ça va sans dire, destra sovranista di ECR e di Identità e Democrazia radicalmente contraria alla riforma, insieme ad alcune delegazioni del Partito Popolare, polacchi in testa. Ne abbiamo parlato con l`europarlamentare Sandro Gozi, segretario del Partito Democratico Europeo e strenuo difensore della proposta.

C`è davvero necessità reale di riformare l`Unione? Perché?

«Dobbiamo riformare l`Unione per unificare il continente. Ed è necessario farlo prima di allargare a nuovi Paesi. L`Ue già oggi a 27 funziona male: è lenta, spesso si blocca, è esposta al veto degli uni e degli altri, non esiste sulla scena internazionale e non è efficace sulla difesa proprio a causa di quei veti. Come può un`Unione che non funziona bene a 27 pensare di funzionare a 35 in assenza di riforme?».

Ci sono altre proposte in campo. Quale è la migliore secondo te?

«La nostra è la soluzione più chiara, più trasparente e più ambiziosa. Perché il Parlamento ha scelto di usare le prerogative costituzionali che gli sono riconosciute dal trattato. L`articolo 48 dà infatti la possibilità al Parlamento di avere il diritto di iniziativa nella revisione dei trattati che con questa risoluzione abbiamo chiesto formalmente di avviare. E lo abbiamo fatto per la via maestra. Per noi la strada è chiara: chiediamo ai paesi candidati di prepararsi all`adesione all`Ue. Ed è giusto farlo. Ma così come noi chiediamo ai Paesi candidati di fare le riforme per aderire all`Ue, noi dobbiamo fare il nostro compito: dobbiamo fare le nostre riforme e preparare l`Ue ad assumersi pienamente le sue responsabilità geopolitiche. Le altre sono solo soluzioni timide».

Che possibilità ha questa proposta di arrivare in fondo?

«Noi abbiamo approfittato della disponibilità della Presidenza spagnola, pronta a trasmettere al Consiglio la richiesta di avviare la revisione dei trattati. È importante adesso che il Consiglio prenda una decisione al più tardi nel nuovo anno, sotto la presidenza belga. Noi chiediamo di avviare la revisione dei trattati nel gennaio 2025 perché vogliamo dibattere su come riformare l`Europa durante le elezioni europee: sono i cittadini che devono decidere l`Europa che vogliono. Poi nel gennaio 2025 potremo avviare la Convenzione per rivedere i trattati».

Diversamente, che rischi corre l`Unione?

«Sarebbe un suicidio, l`Unione rischierebbe di scomparire dalla carta geopolitica mondiale. Se tu non sei ai tavoli dei negoziati a livello globale, sei nel menu di quella tavola. Gli europei sarebbero nel menu di Pechino e di Washington. Inoltre saremmo bloccati: con l`allargamento in assenza di riforme, tutto sarebbe diluito, non avremmo abbastanza risorse per le politiche comuni, ci rimetterebbero le nostre regioni, i nostri territori. Ci rimetterebbero tutti perché in assenza di riforme, con questo bilancio e con queste politiche, l`Ue non sarebbe neppure in grado di rispondere dalle aspettative e alle speranze dei futuri membri».