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Gozi: "Riforma della giustizia solo con referendum"

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L'intervista pubblicata da "il Tempo" del 15 maggio 2022

Gozi denuncia la «sudditanza» della politica alla «corporazione dell`Anm» «Silenzio scandaloso» e «assenza di dibattito» sui quesiti al voto il 12 giugno

"Il silenzio scandaloso sui referendum sulla giustizia dimostra la sudditanza di gran parte della politica e dei media nei confronti dei magistrati". Sandro Gozi non riesce a capacitarsi dell`assenza di un vero dibattito pubblico sulle ragioni del sì e quelle del no. Eppure, si vota tra neanche un mese, il 12 giugno. L` europarlamentare di Renew Europe è stato eletto in Francia, ma ha sempre uno sguardo molto attento su ciò che accade in Italia, e non risparmia critiche a quella che definisce «la corporazione dell`Anm» che continua ad influenzare la politica.

Onorevole, perché la ritiene una corporazione?
«Lo sciopero di lunedì 16 maggio è il più grottesco che si sia mai visto. Soprattutto perché la riforma della giustizia all`esame del Parlamento è innocua. I magistrati fanno finta di essere sotto attacco. Fanno finta di essere indignati. È tutta tattica. Questa è una riforma che non incide. Mi pare che le ambizioni iniziali si siano molto abbassate. Solo sull`accelerazione del processo civile si sono fatti passi avanti. Ma quello era un elemento imprescindibile per avere i fondi del Pnrr. Sull`elezione del Csm, invece, non è stato fatto quasi nulla, perché non viene limitato il peso delle correnti».

Uno dei quesiti referendari affronta proprio questo tema...
«Non capisco l`Anm quando dice che il Parlamento non è legittimato ad intervenire sulla materia. In realtà, lo è molto di più dei magistrati. La giustizia non è un loro monopolio. Appartiene al popolo, appartiene a tutti. E siccome il Parlamento ha fatto poco, ben venga la parola ai cittadini».

I referendum sono stati proposti dal partito Radicale e dalla Lega. Le altre forze politiche non sembrano molto interessate. Come mai?
«È proprio la sudditanza di cui parlavo. Non capisco chi è per il no, come il Pd, o chi è in parte per il sì e in parte per il no, come FdI. Non hanno interesse a spiegare le loro posizioni agli elettori? Enrico Letta ha fatto uno scivolone enorme quando ha detto che i referendum sono un modo di "buttare la palla in tribuna". Ma come? Sono previsti dalla Costituzione. È meglio far finta di palleggiare in Parlamento? I cittadini vogliono fare gol. Anche Giorgia Meloni non l`ho mai sentita parlare dei referendum. Quando il presidente Mattarella, nel discorso d`insediamento del secondo mandato, ha messo la giustizia al primo posto, tutti i parlamentari si sono sperticati in applausi. Era facile prevedere cosa sarebbe accaduto».

Cosa?
«Se lo sono subito dimenticato».

Se questa è la situazione, crede sia possibile raggiungere il quorum?
«Penso di sì. Ma bisogna iniziare a parlarne. Ho sentito un sondaggio per cui gli italiani che andranno a votare ai referendum sono i130%. Bisogna aprire il dibattito, poter ascoltare tutti i pareri, i favorevoli e i contrari. Invece, ogni settimana abbiamo 150mila ore di talk show sulla guerra in Ucraina e nulla sulla giustizia».

Quali sono, a suo avviso, i quesiti più importanti?
«Quello sulla separazione delle funzioni e quello sulla custodia cautelare. Per quanto riguarda il primo, è innegabile che i poteri di accusa e difesa siano squilibrati a danno della difesa. I magistrati pensano di essere dei sacerdoti, ma in realtà sono dei funzionari. Dovrebbero ricordarselo».

E sulla custodia cautelare?
«È innegabile che ogni anno ci siano troppi abusi. Quando degli innocenti vanno in carcere l`impatto familiare e di reputazione è devastante. Attenzione, ci sono tanti magistrati che fanno un ottimo lavoro. Ma ce ne sono altri che seguono una logica diversa. Dicono: "Pazienza se qualche innocente sta in carcere se ciò ci permette di prendere i colpevoli". Ecco, questo modo di ragionare è il contrario della democrazia liberale».