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Gozi: "Subito il piano italiano sul Recovery o l'Europa del futuro farà a meno di noi"

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Intervista a "La Repubblica", 28 novembre 2020.

«L'Italia deve agganciarsi ai grandi progetti che Francia e Germania finanzieranno con il Recovery per entrare nell'avanguardia europea e cambiare profondamente la propria economia».

Ne è convinto Sandro Gozi, già sottosegretario con Renzi e Gentiloni ed oggi europarlamentare di Renew Europe eletto in Francia con la lista di Emmanuel Macron. Avverte preoccupazione in Europa intorno al piano italiano per accedere al Recovery?

«Lo stesso premier Conte ha detto che l'Italia è in ritardo. Ci sono un calendario formale, i cui tempi sono noti, e uno politico: con 209 miliardi l'Italia è il maggior beneficiario del Recovery e avrebbe dovuto essere il primo partner a presentare il piano per dare un messaggio molto forte a chi ha sostenuto il nostro Paese la scorsa estate e a chi aveva dubbi».

È tardi per recuperare?

«No, ma Roma deve assolutamente accelerare e puntare ad entrare nel gruppo d'avanguardia con Francia e Germania. Parigi e Berlino lavorano a grandi progetti comuni finanziati dal Recovery su batterie, idrogeno, spazio e stoccaggio dei dati: l'Italia deve aderirvi perché ha tutto interesse, così come lo ha l'Unione, che l`Europa industriale del futuro non si regga solo su Francia e Germania, ma anche su di noi».

Non è un auspicio velleitario?

«Oggi ci sono le condizioni perché Roma entri in nell'avanguardia europea. Ma attenzione, perché Francia e Germania partiranno lo stesso e se l`Italia perde il treno la distanza col resto d'Europa diventerà definitivamente incolmabile. L'Italia deve presentare quanto prima il piano per dissipare i crescenti dubbi a Bruxelles e nelle capitali».

Il governo dovrebbe approvare la riforma del Mes?

«L'Italia non ha interesse e non può permettersi di bloccarla perché introduce una grande novità, per la quale Roma si batte da anni, rappresentata dal backstop, la garanzia Ue per le banche. Inoltre non puoi prendere 209 miliardi dal Recovery e poi bloccare il Mes per ragioni ideologiche quando oltretutto hai ottenuto proprio quello che chiedevi».

Resta favorevole a chiedere i 36 miliardi del Mes per la pandemia?

«È assurdo rinunciare a quasi 37 miliardi per rafforzare la sanità. È un "no" puramente ideologico per non accedere a uno strumento senza condizionalità che corrisponde a quanto l`Italia ha chiesto ai partner la scorsa primavera».

Riccardo Fraccaro ha proposto di cancellare il debito: è d'accordo?

«È un'idea inutile e dannosa, se poi viene fatta da chi ha il debito più alto di tutti diventa ancora più dannosa».

Anche Sassoli ha detto che il tema del debito andrà affrontato.

«Certo, sarà una questione da affrontare. il contesto adatto sarà la riforma del Patto di stabilità. I suoi criteri, come il target del debito al 60% del Pil, erano obsoleti già prima della crisi, figuriamoci oggi».