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Gozi: “Il piano di rilancio europeo è un patto per le generazioni future”

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Intervista a Sandro Gozi, Nice-Matin, 21 giugno 2020

Ex Segretario di Stato italiano per le Politiche e gli Affari europei dal 2014 al 2018, Sandro Gozi è stato eletto deputato europeo nella lista Renaissance di Nathalie Loiseau l'anno scorso. Venerdì 19 giugno 2020 dalle 18:00 alle 19:30 ha partecipato ad un dibattito web organizzato dal Movimento europeo e da Nice-Matin sul tema “Quale futuro per lo spazio Schengen e la cooperazione transfrontaliera dopo Covid-19?”.

Direbbe che dopo un inizio lento, l'Unione Europea si è finalmente ripresa di fronte alla crisi?
"Assolutamente sì. Tutti, compresa l'Unione Europea, sono stati colti di sorpresa all'inizio. Gli Stati europei si sono inizialmente chiusi in se stessi e le frontiere sono riapparse, senza alcuna cooperazione. Abbiamo avuto l’opportunità di comprendere come sarebbe l'Europa se i nazionalisti fossero al potere ovunque. Ma dopo l’inizio turbolento, l'Europa era lì. A differenza di quanto accaduto con la crisi finanziaria o la crisi migratoria, l’Europa è intervenuta in tempo con una risposta senza precedenti che fa ben sperare per il futuro".

Cosa dice a coloro che credono che la sovranità appartenga alle nazioni e che non possa esistere una sovranità europea sovranazionale?
"Questo è uno schema del XIX secolo. La democrazia o la sovranità non hanno bisogno di un solo popolo. I popoli italiano, francese o tedesco sono molto diversi tra di loro. Ma questo non impedisce a più popoli di decidere insieme di essere sovrani su scala europea. L'idea che la sovranità sia sostenibile solo a livello nazionale è smentita dalla realtà: se vogliamo riprendere il controllo su sfide transnazionali come i virus, il clima o la tecnologia digitale, questo può essere fatto solo costruendo la sovranità europea, e in modo democratico, dando un ruolo importante al Parlamento europeo e inventando nuove forme di partecipazione per i cittadini europei. La rigida equazione un popolo - una democrazia - una sovranità è superata!"

Il piano di rilancio economica da 750 miliardi di euro non rischia di diventare un meccanismo infernale nel quale ogni Paese cercherà di ottenere la copertura?
"Questo rischio esiste ancora. Il fatto che sia la Commissione Europea a gestire questi aiuti, piuttosto che una nuova "cosa" ingestibile, è già positivo. E il meccanismo è chiaro: si tratta di creare una nuova politica comune per la ricostruzione economica e sanitaria, la trasformazione digitale ed ecologica. Si tratta di una nuova politica di coesione. Ciò che conta è l'idea di un debito comune europeo. Significa che dobbiamo cercare le risorse necessarie per la ripresa e che dobbiamo ricominciare a fidarci l'uno dell'altro. Da questo punto di vista, l’accordo franco-tedesco è essenziale. È anche un patto per le generazioni future. Dobbiamo dimostrare che i vantaggi economici ed ecologici dell'Europa saranno tali da essere pronti a indebitarci per questo. Sono fiducioso che un accordo sarà raggiunto a luglio. È ai giovani che dobbiamo pensare".