Europa

Gozi: "Macron-Draghi, il nuovo asse europeo?"

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Estratto dell'intervento pubblicato da "L'OBS", 8 aprile 2021.

Draghi può essere un personaggio chiave per il rilancio del processo di integrazione europea. Il momento è ideale se si tiene in considerazione l’uscita di scena di Merkel in autunno e l’incertezza sul nome del successore.

Macron dovrà trovare un altro partner internazionale credibile in vista delle prossime elezioni presidenziali del 2022.

Draghi ha dimostrato il suo acume politico tenendo testa alle élite tedesche durante la crisi dell’euro nel 2012 e rappresenterà un punto di discontinuità rispetto ai governi precedenti, che si sono rivelati lenti e titubanti di fronte alle difficoltà del Paese.

I due leader potranno far convergere le loro priorità politiche sul rafforzamento del Recovery plan, sull’armonizzazione delle politiche sanitarie e su una risposta economica decisiva alla pandemia.

È Sandro Gozi, deputato europeo, a raccontare al meglio questo nuovo feeling franco-italiano. Nato a Sogliano al Rubicone, in Emilia-Romagna, ha ricoperto il ruolo di Sottosegretario agli Affari Europei nei governi a guida PD di Renzi e Gentiloni tra il 2014 e il 2018. In seguito, ha varcato le Alpi per farsi eleggere al Parlamento europeo in Francia nel maggio del 2019 con la lista Renaissance e per unirsi al Gabinetto dell’allora Primo Ministro Édouard Philippe come “chargé de mission” per gli Affari europei.

Sandro Gozi confida nella validità della “scommessa europea” di Emmanuel Macron e nella capacità di Mario Draghi di “far funzionale il Recovery Plan”.

Due eventi saranno fondamentali. Innanzitutto, la Conferenza sul Futuro dell’Europa, fortemente voluta e promossa da Macron, che avrà inizio il 9 maggio. Dibattiti locali, regionali, nazionali ed internazionali precederanno la formalizzazione di richieste e la proposta di riforme. La conclusione della Conferenza nel 2022 coinciderà inoltre con la Presidenza di turno francese.

In secondo luogo, il Trattato del Quirinale sarà firmato nei prossimi mesi dai due Stati. Esso formalizzerà l’amicizia speciale tra Francia ed Italia e ne rafforzerà la collaborazione.

Tutto ciò, sostiene Sandro Gozi, sarebbe impossibile senza i legami creati da Emmanuel Macron e Mario Draghi, essendo il primo da sempre “innamorato della Penisola” ed il secondo “profondamente impressionato dal processo di formazione delle élite in Francia, che gli sembra unico al mondo”. Tutte ragioni per sperare in una nuova fabbrica di riforme italo-francese?

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