Europa Europarlamento riformismo

Gozi: "Il Paese è pronto per un'area di centro liberale e riformista. Però Calenda la smetta di insultare"

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Intervista di Francesco Boezi, "il Giornale", 6 luglio 2022.

Sandro Gozi, europarlamentare eletto nelle liste di Macron, è in prima linea per lanciare con Italia Viva l'area riformista e liberale che l'inquilino dell'Eliseo guida in Europa.

Tutto pronto per Renew Italia?
«Siamo convinti che sia la strada maestra per rispondere alla domanda che proviene dalla società italiana che chiede un'area liberale e riformista che possa modificare davvero nel profondo tanto il sistema del Belpaese quanto il sistema Europa. Io ho creduto davvero molto in Renew Europe, adesso è ora, dopo tante adesioni provenienti anche da formazioni di nazioni che non ci saremmo aspettati, che questa realtà abbia rappresentanza diretta anche in Italia ed in Polonia, Quando verrà rinnovato il Parlamento europeo, confidiamo di diventare almeno il secondo raggruppamento».

Iv, che è guidata da Matteo Renzi, dovrà confrontarsi con il tema della legge elettorale.
«Dobbiamo mettere in campo una proposta politica a prescindere dai tecnicismi previsti. Poi è ovvio: esistono leggi elettorali che favoriscono certe iniziative e leggi che magari suggerirebbero altri modelli. Ma - mi ripeto - Italia Viva deve operare una scelta senza tenere in considerazione i meccanismi, bensì cosa chiede la società italiana».

C'è un tentativo in Parlamento di riformare la legge elettorale?
«In tutta sincerità, non lo so. Ripeto che non è questo il punto. Se ritieni, come noi riteniamo, che questo falso bipolarismo debba essere superato, allora ti batti per superarlo a prescindere dalla legge elettorale. Il messaggio inoltre sta arrivando dal basso».

Cioè?
«Sono anni che in Italia si attende un progetto capace di superare un linguaggio che non rispecchia più la realtà. Nei talk e sui giornali si continua a parlare di centrodestra e di centrosinistra, ma si tratta di aree politiche ormai monopolizzate dai sovranisti da un lato e dai populisti dall'altro. Il nostro compito è realizzare un'agenda Draghi 2030, un progetto che è appena iniziato e che passa per riforme radicali, certo, ma di natura riformista e liberale. Dobbiamo intervenire su giustizia, economia e diritti. Di moderato - in quello che abbiamo in testa - ci sono soltanto le parole che usiamo. Per questo cambiamento, è necessario oltrepassare il falso bipolarismo odierno».

Calenda vorrebbe occupare il vostro stesso spazio.
«Noi siamo aperti a chiunque voglia contribuire ad aumentare il numero dei consensi di quest'area, che è poi il nostro obiettivo. Non abbiamo problemi con il leader di Azione. Calenda, semmai, continua ad insultare, pure a mezzo Twitter, Quando smetterà d'insultare, 44 volte su 45, e vorrà sedersi ad un tavolo, noi saremo a disposizione. II fatto è che non possiamo aspettare Godot in eterno. Ora dobbiamo mollare gli ormeggi».

Come pensate di aggregare?
«Le elencherei quattro punti: una transizione ecologica che sia però pragmatica e non ideologica; una riforma generale della Giustizia; un impegno concreto sul merito e sulle conoscenze, dunque sulla scuola, ed una vera e piena digitalizzazione».

Anche Di Maio ora è collocabile nel «centro»?
«Sono l'ultima persona a cui chiedere cosa voglia fare l'attuale ministro degli Esteri. Ricordo che avrebbe voluto togliermi la cittadinanza italiana quando mi sono candidato con Macron. Era il 2019».