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Sandro Gozi: "Ho realizzato il sogno di Pannella"

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Intervista di Francesca Perla, "il Riformista", 20 febbraio 2020.

Tra le poche notizie positive della Brexit c'è l'ingresso al Parlamento europeo di Sandro Gozi. L'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei con i governi Renzi e Gentiloni, candidato ed eletto in Francia nella lista Renaissance del presidente Emmanuel Macron, era infatti uno dei 27 eurodeputati in attesa di essere "scongelati" dagli accordi sulla Brexit (i cosiddetti "deputati Picard", secondo una battuta coniata Oltralpe dallo stesso Gozi) e che il 1° febbraio sono subentrati ai parlamentari britannici decaduti con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.

Onorevole Gozi, finalmente si è realizzato il suo sogno di un'elezione transnazionale?
Non era soltanto il mio sogno, era il sogno di Marco Pannella, dal quale ho sentito parlare per la prima volta di liste transnazionali per realizzare il progetto di Spinelli e dare vita a una vera democrazia europea. Ed era il progetto che avevo proposto nel 2016 subito dopo la Brexit e al quale avevamo lavorato poi fianco a fianco con Emmanuel Macron e i colleghi francesi quando ero al governo. Non riuscimmo a introdurre le liste transnazionali per le elezioni europee del 2019 a causa dell'opposizione dei nazionalisti e della maggior parte del Ppe, ma il presidente francese ha deciso di portare avanti questa battaglia candidando nella lista Renaissance esponenti di ben sette diverse nazionalità europee, tra cui quella italiana.

Qual è il significato di questa scelta?
Per me si tratta di un punto di partenza. Dobbiamo lavorare in questa legislatura per introdurre le liste transnazionali nel 2024 e costruire uno spazio politico davvero europeo che sarà determinante per il futuro e la sopravvivenza della nostra Unione. Ai sovranismi nazionali dobbiamo rispondere con un vero sovranismo europeo, per essere ancora influenti in una scena globale in cui i singoli stati nazionali rischiano di diventare marginali.

Chi sono i veri nemici dell'Ue oggi?
Ci sono nemici interni, come i finti progressisti sostenitori di uno status quo accomodante quanto ipocrita, o come i nazionalisti e i populisti - i Salvini, le Le Pen, Grillo - che esultavano nel giugno 2016 per la Brexit e ancora oggi invocano l'uscita dell'Italia dalla Ue, come peraltro ha ribadito Salvini. E poi ci sono i nemici esterni, i nostri principali concorrenti internazionali come Usa, Russia, Cina e le economie emergenti che hanno tutto l'interesse a confrontarsi con una Ue debole e divisa.

E come si risponde a tutto questo?
Dobbiamo costruire una vera democrazia europea, rendere le nostre istituzioni continentali realmente vicine ai cittadini. L'Europa fino ad oggi ha sofferto troppo spesso di sonnambulismo, e il sonnambulismo ha prodotto troppi danni e tragedie nel secolo scorso. Serve un progetto che faccia dell'Unione europea una vera potenza di cambiamento. È questa la lezione che dobbiamo trarre da un errore storico e politico come la Brexit.

Come si rimedia a questo errore?
Dobbiamo andare avanti, non dobbiamo più discutere di cosa è successo ma capire come uno shock come la Brexit possa e debba aiutare l'Europa a trovare una nuova carica e riprendere il controllo su tutte le grandi questioni globali: la lotta al cambiamento climatico, il governo della finanza, l'immigrazione, la difesa, l'industria digitale. Tutte questioni sulle quali i singoli stati nazionali, agendo singolarmente, rischiano di essere spettatori o ancor peggio sottomessi dalle altre potenze mondiali. La Conferenza sul futuro dell'Europa in programma dovrà aiutarci a trovare le risposte concrete e dar vita ad una profonda riforma europea.

Italia Viva è entrata a far parte di Renew Europe di Macron. Quanto inciderà sulle dinamiche europee, ma soprattutto in quelle italiane?
Per me Renew Europe è sempre stato l'approdo naturale per una forza come lv nata per occupare uno spazio centrale, liberale e riformista. Lo dissi senza alcun timore già sul palco della scorsa Leopolda e l'ho sostenuto sin dal primo momento. Ci ho lavorato molto e finalmente il dialogo è arrivato a un esito positivo. È una scelta coerente con tutto l'impegno di Matteo Renzi in questi anni. Il quale, ancor prima di fondare il nostro nuovo movimento, aveva già individuato in Macron l'unico vero leader europeo e interlocutore per realizzare il cambiamento europeo di cui abbiamo bisogno.