Europa

Gozi: "L'Europa deve ritrovare la sua influenza su Israele"

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L'intervento pubblicato da "la Croix", 15 giugno 2020.

"Il piano di Israele di annettere parte della Cisgiordania è, in questa fase, solo un elemento di un più vasto accordo politico che ha reso possibile la formazione di un governo, in questo caso tra il primo ministro Benyamin Nenatyahu e Benny Gantz, il leader del partito Blu-Bianco. E sappiamo tutti che gli accordi di coalizione spesso poi non vengono rispettati alla lettera. Per questo motivo, con un Paese amico come Israele e per la nostra storia di rapporti con l’unico avamposto democratico di quella regione, non ha senso discutere riguardo alla possibile attivazione di un meccanismo preventivo da parte dell'Unione Europea prima ancora di capire cosa verrà deciso".

"Questa eventuale annessione dovrà essere formalizzata con una decisione da parte del governo o della Knesset (dal 1° luglio): solo allora potremo comprendere esattamente in cosa consiste. Nel frattempo, credo sia indispensabile mantenere la prudenza. Vorrei sottolineare, per inciso, che questa prudenza è la stessa che utilizziamo con un Paese non democratico e diverso da Israele, come la Repubblica Popolare Cinese, mentre siamo testimoni di azioni destabilizzanti da parte sua. Questa cautela nasconde forse anche alcune divisioni tra i Paesi europei: sapremo certamente di più quando Israele avrà chiarito le sue intenzioni. Per il momento, sarebbe auspicabile che l'Unione europea ribadisse la sua posizione secondo cui non ha mai riconosciuto e mai riconoscerà gli insediamenti".

"Tale posizione era valida ieri e rimarrà valida il 2 o 3 luglio. Anche il fatto che il capo della diplomazia tedesca, Heiko Maas, in visita a Gerusalemme mercoledì 10 giugno, abbia espresso le 'gravi preoccupazioni' del suo Paese è significativo: la nostra amicizia con Israele non deve impedirci di ricordare i forti principi del diritto internazionale e le nostre preoccupazioni di fronte a una loro possibile violazione. Questo è ciò su cui siamo tutti impegnati, ed è ciò su cui mi adopero personalmente come deputato al Parlamento europeo. Per quanto riguarda il peso di questi avvertimenti, nutro qualche perplessità".

"L'Unione Europea non è mai stata particolarmente influente su questo tema. Lo può diventare? Lo spero, perché è importante per noi e per l'equilibrio dell'area mediterranea e del Medio Oriente. Finora solo un Paese ha lasciato il segno su quel campo: gli Stati Uniti. Vorrei che l'Europa riconquistasse la sua influenza nei confronti di un Paese democratico come Israele, ma più in generale sulla scena globale, soprattutto nei confronti di rivali sistemici e non democratici come la Cina".

"Se il rafforzamento della politica estera e di sicurezza comune era una delle priorità della precedente Commissione europea, il fallimento di questo progetto è sotto gli occhi di tutti: non vi è stato alcun contributo particolare dell'Europa alla stabilità internazionale in tutti questi anni. Se vogliamo che l'Europa cominci a svolgere un ruolo reale, allora tutti - nelle varie cancellerie e nelle capitali europee - devono dare seguito con i fatti alle posizioni che adottiamo al livello europeo. Se vogliamo una politica estera comune, se vogliamo una difesa comune, allora dobbiamo fare tutti la nostra parte e non essere solo portavoce di una posizione minimalista".