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Trattato del Quirinale, Gozi: "La nostra cooperazione renderà l'Europa più forte"

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Estratto dell'intervista all'eurodeputato Sandro Gozi pubblicata da "Il Mattino", 27 novembre 2021.

«Ci ho sempre creduto, sin dall`inizio. E vedere che il ministro Di Maio applaude quando nel 2019 mi attaccava chiedendo, con la Meloni, che mi levassero la nazionalità italiana è una soddisfazione enorme», analizza, soddisfatto Sandro Gozi mentre sta per partire verso Parigi sull`aereo di Stato francese con il presidente Emmanuel Macron.
Oggi è europarlamentare, eletto in Francia, e segretario generale del Pd europeo ma da sottosegretario agli Affari europei nei governi Renzi e Gentiloni gettò le basi di questo trattato Italia-Francia.

Onorevole ci spiega perché questo trattato è così importante?
«Intensificare la cooperazione tra questi due grandi paesi è utile proprio nell`interesse di Italia e Francia. Perché in questo grande momento di cambiamento in Europa e nel mondo,due Paesi chiave della Ue introducono un nuovo metodo di dialogo con la consuetudine, ora, di analizzare e risolvere i problemi insieme. Guardi oggi Italia e Francia sono legate da economie integrate e scambi commerciali molto intensi ma non c`è mai stato un quadro istituzionale e strategico in cui cooperare sia per grandi progetti sia per iniziative comuni di politica europea e internazionale. Ora invece questo trattato crea proprio questo scena rio che assicura buoni rapporti duraturi e non unicamente legati alla congiuntura favorevole come accade ora grazie alla grande stima reciproca tra Macron e Draghi».

Sinora in Europa ha contato moltissimo l`asse Francia-Germania, pure assicurato da un trattato.
«Risale al 1963 e poi è stato rinnovato di recente ad Aquisgrana, firmato con la volontà di riconciliare dopo due guerre mondiali. Risponde quindi ad esigenze storiche diverse. Questo firmato a Roma è invece figlio del suo tempo: perché le politiche nazionali non bastano più e servono strategie transnazionali comuni, dai fondi per la ricerca e la difesa al servizio civile».

Conteremo di più in Europa?
«Certamente: ci sarà un maggior peso in un`Europa di 27 Paesi. Ora va ratificato ma intanto siamo già pronti per le prossime scadenze: dalla nuova presidenza francese della Ue da gennaio, passando per il un`intesa strategica di primo piano tra Roma, Parigi e Berlino ma senza escludere nessuno. Dobbiamo includere tutti quelli che hanno a cuore la trasformazione europea».


Le qui tutta l'intervista