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Giustizia, Migliore: "Il sì al voto è una svolta. I partiti affrontino anche il nodo del carcere preventivo"

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Intervista di Gigi Di Fiore, "il Mattino", 18 febbraio 2022.

Deputato di Italia Viva, Gennaro Migliore è stato sottosegretario alla Giustizia nel governo Renzi tra il 2016 e il 2018.

Onorevole Migliore, è favorevole al referendum sulla giustizia che ha avuto il via libera della Corte costituzionale su alcuni dei quesiti depositati?
«Sì, credo possa rappresentare una svolta, dopo molti anni in cu i si è molto discusso e fatto poco. Basti vedere a come è peggiorata la situazione con la gestione del ministro Bonafede». 

Crede che le norme in discussione in Parlamento si sovrappongano ai quesiti referendari?
«Ho firmato per il referendum e ho sostenuto tutti i quesiti referendari perché ritenevo che su ogni questione, anche quelle non ammesse dalla Corte costituzionale, sia necessario legiferare. Ora credo che l`importante sia arrivare a una riforma che sia sintesi di equilibrio ed efficacia del sistema giudiziario. Ecco perché auspico una strada convergente che arrivi comunque a una riforma che dia le giuste risposte attese da tempo».

Un obiettivo non più rinviabile?
«Sicuro, abbiamo assistito negli ultimi anni all'effetto più negativo della crisi della giustizia, che e la perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giudiziario».

Che idea ha sul quesito referendario che interviene sulla legge Severino?
«Penso sia auspicabile un intervento del legislatore per evitare peggioramenti delle norme che definiscono la tipologia di reati da includere nelle sospensioni. Ma è anche vero che, fino ad oggi, si é assistito a sospensioni di amministratori pubblici, soprattutto negli enti locali, condannati in primo grado e poi assolti e riammessi. messi. Su questo tema, una riforma è necessaria, anche perché spesso la sospensione fa danni».

Cosa pensa della separazione delle funzioni giudiziarie?
«È una discussione ormai aperta. Già nella riforma Cartabia viene prevista una limitazione a due passaggi tra requirente e giudicante. Un intervento è indispensabile, per evitare anche il fenomeno delle cosiddette porte girevoli, aggirato proprio attraverso il passaggio di funzioni che elimina alcuni steccati».

Altro tema è la carcerazione cautelare: giusto intervenire, con modifiche dell'attuale sistema?
«Non credo sia più rinviabile un riequilibrio sul sistema del la carcerazione cautelare. Quando ero sottosegretario, ricevevo resoconti quotidiani di una situazione allarmante sui numeri della popolazione carcerarla. Dobbiamo pensare a sistemi diversi, che non possono essere solo il ricorso alla carcerazione sempre, tranne i casi di reati gravi e di chi può continuare a delinquere. Il carcere è una sofferenza estrema e sono molti i casi di chi viene arrestato e poi assolto già in primo grado. Una materia sicuramente da rivedere».

Pensa a un sistema con sistemi di pena alternativi?
«Sicuramente, anche su questo tema bisogno trovare un equilibrio. Una cosa sono i reati mafiosi. altro alcune tipologie di reati più lievi. Non credo sia più rinviabile riformare il sistema della carcerazione, che significa anche ripensare ai modelli carcerari e alle condizioni detentive».

Crede sia davvero possibile arrivare a una riforma approvata dal Parlamento, in una materia, come quella giudiziaria, che ha sempre diviso le opinioni politiche?
«Penso che anche i referendum siano divisivi, perché si è chiamati a rispondere si o no in modo netto. Per questo, spero davvero che il Parlamento riesca ad approvare una riforma che affronti anche le questioni sollevate dai quesiti referendari. È nell'interesse di tutti, soprattutto in questo momento storico. Nonostante tutto, resto ottimista che si possa arrivare all'approvazione di una riforma in Parlamento che dia reale efficacia alla giustizia».