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Giustizia, Cucca: "La riforma non migliora niente, bisogna cambiare il sistema"

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Intervista di Fra. Bo., "il Giornale", 16 giugno 2022.

Il senatore Giuseppe Cucca, esponente d'Italia Viva, rilancia la battaglia per una «giustizia giusta».

L'esito del referendum ha prodotto rassegnazione in Iv?
«Non c'è rassegnazione. I referendum, con tutta evidenza, sono stati strumentalizzati. Ne hanno dette di tutte le salse, hanno sviato l'attenzione ed hanno messo in giro informazioni del tutto sbagliate. Italia Viva ripartirà da quei 7 milioni di elettori che hanno detto sì ai referendum per proseguire la nostra battaglia per una giustizia giusta».

La riforma Cartabia non vi convince.
«Ho troppo rispetto del ministro della Giustizia per chiamare questa riforma "Cartabia". Questo è un testo che riprende paro-paro l'impianto della Bonafede. Una riforma che è stata presa e riscritta cambiando la terminologie, ma parliamo in fin dei conti dello stesso orientamento giuridico e degli stessi concetti. Non siamo per nulla soddisfatti: abbiamo criticato molto il "sistema" e poi siamo ricaduti nelle problematiche».

Dunque cosa farebbe?
«Siamo aperti sempre al confronto, a patto che una riforma produca risultati. Quando si parla di Giustizia, la cosa peggiore che si può fare è cedere alle suggestioni. Mi pare che di questi tempi sia pieno di suggestioni che dilagano ogni giorno. La separazione dei poteri, per noi, resta una grande battaglia. Ma prima di tutto sarà necessario cambiare il sistema correntizio che in questo momento è stato quello che ha esposto di più la magistratura».

Il problema del rapporto tra politica e giustizia resta irrisolto.
«Si tratta di un aspetto che ci è davvero caro. Peraltro alla luce di ulteriori fatti che ci danno ragione. Oggi è arrivata l'ennesima conferma, con l'assoluzione del padre dell'ex ministra Maria Elena Boschi. Abbiamo sempre rifiutato la giustizia ad orologeria, che viene utilizzata quando serve per colpire determinati obiettivi. La magistratura eserciti il suo potere secondo legge e lontana da qualunque suggestione: uso ancora questo termine».

Un commento sull'assoluzione.
«Mai avuto dubbi. Ennesima dimostrazione che la giustizia viene usata quando fa piacere a determinati poteri politici. Così si fa solo danno e danno grave. Perché lascia segni che restano in maniera indelebile nell'anima dell'individuo. Un modo che serve a mettere al bando una persona che, in quel determinato periodo, dava un particolare fastidio. Ovviamente con tutto il corollario attorno a lei».