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Giachetti: «Intervenire subito contro le carceri sovraffollate»

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Intervista a Roberto Giachetti per «Il Foglio» di Ermes Antonucci

«Un buon segnale che ci fa ben sperare». Roberto Giachetti, deputato di Italia viva, è giunto al diciottesimo giorno di sciopero della fame per manifestare contro il sovraffollamento nelle carceri, insieme a Rita Bernardini, presidente di «Nessuno tocchi Caino».

La sua speranza è data dalla decisione con cui ieri l'Aula della Camera ha fissato alla prossima settimana l'inizio dell'iter in commissione Giustizia della proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale promossa proprio da «Nessuno tocchi Caino» e presentata alla Camera da Italia Viva. Una decisione inaspettata, visto che il giorno prima la capogruppo si era opposta all'esame della proposta. Chissà se a permettere la svolta sono stati i numeri impietosi snocciolati mercoledì in commissione Giustizia dal capo del Dap, Giovanni Russo:

 «Abbiamo un incremento di circa 400 detenuti in più ogni mese nelle carceri italiane. Ad oggi abbiamo 60.814 detenuti. Per la cronaca, la capienza delle carceri è di 51 mila posti. Da inizio anno 15 detenuti si sono tolti la vita».

Dice Giachetti:

 «Non penso che il problema si possa risolvere con la costruzione di nuove carceri o con l'uso di caserme dismesse come proposto dal governo, ma in questo momento il problema non è la soluzione di lungo periodo, su cui si può dissentire, bensì l'emergenza immediata. L'aumento dei detenuti tra poco ci porterà alla situazione che c'era quando ci fu la sentenza Torreggiani, con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo condannò l'Italia nel 2013 per le condizioni detentive nel nostro Paese».

Da qui la proposta di intervenire con la liberazione anticipata speciale, cioè prevedere un temporaneo sconto di pena pari a 75 giorni per ogni singolo semestre di pena espiata, anziché i 45 giorni previsti attualmente.

«La misura è già stata adottata ai tempi della condanna della Corte di Strasburgo e poi durante la pandemia. Lo spirito della norma è dare una premialità a chi si comporta bene e far sì che le pratiche siano sbrigate più rapidamente di prima».

Spiega Giachetti, che comunque continuerà lo sciopero della fame, almeno fino a quando non comincerà il dibattito in commissione.

«Mi sento un po' fiacco ma sto abbastanza bene».