La proposta: «Serve uno screening di massa che sarebbe opportuno affidare ai medici di base»
"Questo è un virus che non risparmia nessuno. Dobbiamo far passare un messaggio chiaro: il positivo deve stare in isolamento, cosi come chi è in attesa dell'esito del tampone"
Gaetano Montalbano, ex sindaco di Nocera Superiore, è un medico di famiglia che sta curando fin dal primo lockdown i suoi pazienti positivi a domicilio. E di pazienti positivi nell'Agronocerino ce ne sono tantissimi.
Dottore, lei testimonia che è possibile curare il Covid-19 a casa: come si fa?
Con una terapia d'attacco anche per i pauci sintomatici. Appena ci sono i primi sintomi, che variano dalla tosse ai dolori lancinanti al petto e alle ossa, perdita di olfatto e gusto, o anche una semplice febbricola intorno a 37 avviamo la terapia.
Come si cura un positivo?
Il problema è che le linee guida delle cure a domicilio non sono mai state ratificate. I pazienti si curano con una terapia con azitromicina che è antibiotico, se è necessario con cortisonici e con grandi quantitativi di vitamina C e D e con rinforzi immunitari. Poi se ci sono sintomi più seri ci vuole l'eparina a basso peso molecolare e l'ossigenoterapia a domiciliao. È importante che i pazienti si dotino del saturimetro; se c’è la necessità si può praticare l'ossigenoterapia per evitare la fame d'aria al paziente. Chiaramente se si presentano sintomi più complessi si contatta l'USCA e il 118 per il ricovero.
La cura domiciliare consentirebbe agli ospedali, oramai al collasso, di lavorare meglio e di riprendere le attività ordinarie.
Dobbiamo essere bravi a evitare anche il costante ricorso al Pronto soccorso. Noi medici di base dobbiamo essere sempre contattabili dai pazienti. Anche perché in questo momento l'ansia fa precipitare ì pazienti in uno stato di fobia e di attacchi di panico che noi medici di famiglia sappiamo come gestire. Purtroppo a domicilio non possiamo fare l'antivirale perché è a somministrazione ospedaliera. Magari ci dessero anche la possibilità di fare altre cose! Gli ospedali non possono trascurare altri tipi di ammalati.
Com'è la casistica dei pazienti curati a domicilio: è vero che il virus penalizza chi ha patologie pregresse?
Non risparmia nessuno questo virus. Qualcuno dei miei pazienti. nonostante avesse cominciato il trattamento, ha dovuto far ricorso alle cure dell'ospedale ma chiaramente non in una situazione grave parliamo di uno su dieci Posso dire che si sono ristabilite anche persone con patologie pregresse Questo virus lascia in uno stato di prostrazione fisica e di debolezza sul piano psicologico notevole.
I tempi di guarigione?
Ci sono tante persone che hanno la persistenza della positività e quindi la guarigione è più lenta Ma bisogna ricordare che fin quando non si negati vizza il tampone. pure se sono passati venti giorni, non si può uscire.
Si rischia di contagiare?
L'unico sistema che abbiamo per bloccare il virus è questo, l'isolamento Se corriamo dietro al virus perderemo sempre. D segreto sa qual è? Evitare che il virus trova come riprodursi Se interrompiamo la catena abbiamo risolto, il virus muore da solo. Se non blocchiamo la trasmissione, il virus ci travolge. Io il 24 febbraio dissi che sarebbe stato opportuno chiudere tutto: le pandemie sono cosi.
Pensa che qualcuno abbia sottovalutato la situazione?
Questo virus è altamente mutante ma se non trova l'organismo in cui allocarsi deve morire per forza. Noi siamo andati in vacanza, abbiamo votato senza pensare che tutto questo potesse avere delle conseguenze. Ed eccoci qui.
Che differenze ha notato nei pazienti tra la prima ondata e quella attuale?
Io anche a ottobre scorso mi sono imbattuto in forme di polmoniti particolari, prima ancora che si cominciasse a parlare di Covid-19. La casistica è simile.
La soluzione resta solo l'isolamento in attesa del vaccino?
Io farei uno screening di massa affidandolo ai medici di famiglia: troveremmo molti soggetti positivi che magari lavorano e sono in giro. Abbiamo il sistema per bloccare questa pandemia. Nella vita niente non si può vincere.
È un discorso di speranza.
Dessero a noi medici di famiglia qualche possibilità in più. Non buttiamo soldi in sanità: investiamoli per la salute dei cittadini e per prevenire la diffusione dei contagi.
Siamo speranzosi in attesa del vaccino?
Non vorrei contare i morti in attesa del vaccino: la vita umana è sacra. Faccio un appello: prendete qualcuno dei rappresentanti dei medici di famiglia a coordinare le attività sul territorio.