parlamento

Gadda: «Dal governo una patrimoniale. Altre tasse per gli agricoltori»

Le attività ed i successi che portiamo avanti dipendono dall'impegno di ognuno di noi. Ogni contributo è importante.
dona italiaviva

Intervista a Maria Chiara Gadda per il Riformista del 10-02-2024

di Aldo Torchiaro

Parla Maria Chiara Gadda (Italia Viva): «Becero che la protesta venga politicizzata dall'esecutivo in vista delle elezioni europee. Bisogna studiare, non fare populismo»

Dietrofront sugli agricoltori, per ora solo a parole. La premier Meloni adesso parla di un'esenzione Irpef fino a 10mila euro. Ai trattori, del resto, il centrodestra ne racconta una al giorno. Protestano? Colpa dell'Europa. E di quelli che c'erano prima. E dell'opposizione. La commedia di Giorgia Meloni e del cognato-ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, mostra le corde. L'onorevole Maria Chiara Gadda - Vice presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera e della commissione agricoltura - sulla vicenda dei trattori non è più disposta a tollerare infingimenti.

Cosa non le va giù della narrazione del governo?

«Prima di tutto c'è un punto politico: il governo a guida Meloni ha per la prima volta aumentato le tasse facendo una patrimoniale da 250 milioni, partendo dal settore più fragile. L'agricoltura. Il tentativo di dare sempre colpa all'Europa non funziona. Sull'Irpef agricola faranno una inversione a U? Vedremo. L'Irpef è la punta di un iceberg fatto di numerosi tagli al settore».

Ma non doveva essere il governo contro le tasse?

«A chiacchiere. Il governo Meloni è persino riuscito a dire che chi aveva beneficiato dell'esonero Irpef introdotto da Renzi, tutto sommato non ne aveva bisogno. Dimostrano di non conoscere la fiscalità agricola. Contrapporre in modo manicheo grandi e piccoli, filiere ricche e povere, purtroppo non funziona. L'Europa non c'entra niente con queste nuove tasse, tutte italiane».

E invece dicono che gli agricoltori fanno bene a protestare, a prendersela con l'Europa.

«Becero che la protesta venga politicizzata dal governo in vista delle elezioni europee. Becero che si soffi sul fuoco di una sofferenza vera del mondo agricolo e della pesca. Non a caso anche la politica agricola comunitaria prevede per il settore primario alcune forme di sussidio diretto, perché è il primo anello di una filiera che subisce maggiormente volatilità e compressione dei prezzi, effetti dei cambiamenti climatici, conseguenze geopolitiche».

Mercoledì al question time hanno ammesso di essere intervenuti per un «riequilibrio fiscale». Forse, guardando a Sanremo, pensavano ai Ricchi e Poveri...

«Se dovessimo seguire il filo del ragionamento di Meloni, Ciriani e Lollobrigida, infatti dovremmo dire che hanno fatto una patrimoniale».

Ci spieghi meglio, onorevole.

«L'Irpef agricola si calcola sulla estensione del fondo e del valore della produzione. Siamo sicuri che chi conferisce uva senza metterla in bottiglia sia così ricco? Idem per chi coltiva in serra o per chi produce patate. Non si può tagliare il mondo con l'accetta. E neanche con la falce... Quando si parla di agricoltura bisogna studiare, non fare populismo. Come quando qualcuno pensava in Europa di equiparare le emissioni delle stalle all'industria. Tra i settori più in difficoltà c'è proprio quello del latte e dell'allevamento. I fatti dicono che il governo Renzi stabilizzò le compensazioni IVA sul latte al 10% e sugli animali vivi al 9,5%. Il governo Meloni ha abbassato quelle sulla carne al 7%. Non certo un sostegno».

L'agricoltura è soggetta a molte sollecitazioni esterne. Il dato ci dice che siamo 1,5 gradi sopra la media in tutti i mesi, l'ultimo anno è stato il più caldo e il meno piovoso di sempre.

«Le gelate, le alluvioni, la siccità, le malattie di piante e animali, mettono in ginocchio da un momento all'altro anche settori floridi. Quando si chiude il canale di Suez e si deve circumnavigare l'Africa, diventa quasi impossibile esportare frutta e verdura, oltre che più costoso. Importare fertilizzanti è ormai proibitivo. Questo poi lo pagano i cittadini nel piatto».

Giorgia Meloni fa dietrofront sull'Irpef?

«Chissà, intanto l'emendamento al milleproroghe ancora non c'è. Comunque, questa ipotesi che gira dei 10.000 euro vogliamo vedere come verrà articolata. Va bene che governano le influencer, ma a me piace ancora parlare sui testi ufficiali».

Gli agricoltori lamentano anche la fine degli incentivi per i giovani.

«Nella legge di bilancio hanno messo zero risorse sugli sgravi contributivi destinati ai giovani agricoltori. Il governo Renzi aveva messo 108,6 milioni, e gli effetti positivi si stavano iniziando a vedere anche nelle casse dello Stato. L'Italia è il paese europeo che ha meno giovani agricoltori, bell'investimento sul futuro fa il governo Meloni».

Speriamo facciano marcia indietro anche su questo, allora...

«Intanto stanno facendo marcia indietro anche sulla tassa sui trattori. Ci voleva Italia Viva per smascherare il decreto del dicembre 2023 che di fatto rende obbligatoria l'assicurazione anche per i mezzi agricoli non circolanti. Inclusi quelli fermi nei fienili. Lo hanno fatto loro ma non se ne sono accorti. Ora Salvini si intesta la battaglia, e propone una proroga di 6 mesi per l'entrata in vigore. Giusto per il voto delle europee?».

Ma queste tasse ce le chiede l'Europa?

«No. Sono tutte scelte nazionali. I cavalli che vengono allevati in Francia hanno l'iva al 5%. In Italia è al 22%. E mi faccia dire una cosa sui fondi europei. Spetta ai Paesi membri erogarli in tempo, e bene. Ci sono dei bandi scritti in modo bizantino. Sull'ocm vino, i fondi europei per la promozione delle nostre eccellenze, ci sono ricorsi al TAR che rischiano di bloccarne l'erogazione. Sono rimaste escluse aziende italiane leader nel mondo, e questo non è certo colpa dell'Europa ma del nostro ministero dell'agricoltura».